L’opera, nonostante il titolo, non è uno scroscio di risate ma il sorriso che nasce dalla comunicazione dei gesti e dall’espressione del corpo
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di Fabrizio Pinzuti
PIANCASTAGNAIO – L’apparente artificio tecnico-espressivo-stilistico del ricorso alla sola mimica adottato da Senio Nucciotti nella sua ultima fatica teatrale “Oggi le comiche”, rappresentata al teatro comunale di Piancastagnaio domenica scorsa, non è un nostalgico ritorno indietro, alla ricerca del bel tempo che fu – peraltro mai esistito se non nei nostri vagheggiamenti o nella nostra tendenza ad idealizzare in funzione polemica con il presente quello che appartiene al passato. Un’involuzione che non si spiegherebbe dopo quasi una ventina di pièces in cui Nucciotti e la sua compagnia del Teatro del Saragiolo si sono cimentati compiendo sempre significativi progressi. L’opera, nonostante il titolo, non è uno scroscio di risate ma il sorriso e il buonumore che nasce dalla comunicazione resa dai gesti e dall’espressione della faccia e del corpo, in una trama tipica della commedia, con i suoi intrecci apparentemente inestricabili ma che si sciolgono in un accomodante epilogo. Propria della commedia anche la galleria di tipi, quali l’ubriacone, l’avaro, la serva assennata ma attenta ai suoi vantaggi, la ragazza giovane che, pur in situazione di bisogno, non rinuncia al suo amore, il babbeo, il farfallone; personaggi che si muovono in un ambiente e in un contesto della vita di tutti i giorni di qualche tempo fa.
Sembra di rivedere le comiche – da qui il titolo – di Charlie Chaplin o di Buster Keaton e di riportare tutto a una visione ormai dimenticata nel mondo attuale della terza dimensione, dove gli effetti speciali si susseguono su ogni schermo di un qualsiasi apparecchio tecnologico. “Proporre oggi uno spettacolo senza colore, senza parole e con un accompagnamento musicale del tutto mono strumentale, spiega Nucciotti, sarebbe come raccontare una fiaba ad un bambino che sta giocando con una play station…” Ma non sarà certo inutile “fare una pausa, ritrovare le origini … per rivedere meglio il nostro futuro, per capire, per imparare, per apprezzare ancora di più la storia, il cinema, il Teatro e perché no, anche la Vita”.