La tre giorni ha mostrato la crisi attraverso le pellicole
di Aurora Mascagni
SIENA. Il cinema d’autore torna a Siena nell’ambito del Campo e Controcampo Siena Film Festival, rassegna cinematografica promossa da Amici del Cinema in Terra di Siena, associazione presieduta da Antonio Sclavi. Si conclude infatti domani (Sabato 24 Marzo), la tre giorni O la borsa o la vita- 1929/2012: la crisi nell’occhio del cinema, che ha previsto proiezioni, dibattiti e tavole rotonde il cui filo conduttore è stato quello della crisi economica analizzata attraverso il linguaggio cinematografico.
“Dai ricordi di ieri è stato naturale passare all’angoscia contemporanea, ai giochi e alle speculazioni della finanza allegra internazionale che scandiscono ormai la nostra esistenza quotidiana”, ha affermato Claudio Carrabba, presidente del comitato scientifico di Campo e Controcampo. “Così ci è venuta l’idea di questa rassegna sulle crisi economiche del XX e del XXI secolo, sì come il cinema ce l’ha narrate. E Siena, “città banca” per eccellenza, ci è parsa il luogo ideale per una simile riflessione”.
Durante le tre giornate in programma infatti, è stato analizzato il tema della crisi a partire da alcuni film degli anni Trenta fino alle uscite più recenti. Il fenomeno economico è stato affrontato dal cinema americano a partire dalla paura scatenata dalla grande depressione degli anni Trenta, successiva al crollo di Wall Street. Lo sviluppo del settore cinematografico americano raggiunse il suo massimo splendore proprio in questo periodo. Nel cinema e in altri settori culturali, come la musica e la letteratura, gli Usa trovarono degli strumenti importanti per rinascere dal punto di vista sociale e culturale. Il tema della crisi è stato riproposto da registi del panorama internazionale del passato più recente, come Oliver Stone, Ken Loach e Charles Ferguson, per citare solo gli autori dei lungometraggi proiettati nel corso della rassegna. Per quanto riguarda il cinema italiano i membri del comitato scientifico di Campo e Controcampo, senza dimenticare i grandi classici del neorealismo, hanno scelto tre autori contemporanei: Gianni Amelio, Andrea Molaioli e Giuliano Montaldo.
Alla conferenza stampa di questa mattina (Venerdì 23 Marzo) il presidente Antonio Sclavi e il direttore artistico del festival Giovanni Maria Rossi hanno ricevuto Giuliano Montaldo, regista e sceneggiatore cinematografico, presente alla proiezione del suo ultimo film, L’industriale (2011), proiettato presso il Cinema Nuovo Pendola questa sera alle 21.
Montaldo ha illustrato le motivazioni all’origine del suo film, nato da un’idea del 2009, quando la crisi non aveva ancora raggiunto le dimensioni attuali. Il regista ha parlato dell’importanza della cultura, compresa quella cinematografica, come strumento fondamentale per uscire dalla crisi e ha ripercorso i faticosi inizi della sua carriera nel mondo del cinema, incitando i giovani che intendono intraprendere un percorso lavorativo nella regia cinematografica ad affrontare le numerose difficoltà con la stessa passione e la stessa voglia di lottare che avevano animato la sua gioventù.
Giuliano Montaldo vanta una carriera registica cinquantennale. Ha iniziato nel cinema con alcune esperienze come attore e assistente alla regia; ha esordito negli anni ’60 manifestando subito interesse per il cinema di impegno civile. Della sua ricchissima filmografia si segnalano Sacco e Vanzetti, Giordano Bruno, L’Agnese va a morire, Gli occhiali d’oro, Tempo di uccidere. Montaldo ha realizzato per la televisione film, documentari e serial come Marco Polo. Negli anni Duemila è tornato alla regia cinematografica con I demoni di San Pietroburgo (2008) e l’ultimo L’industriale (2011), suggestivo lavoro aderente alla storia contemporanea del nostro paese, nel quale si affrontano le ripercussioni della crisi nelle relazioni sociali e familiari.
Per domani è previsto il terzo ed ultimo appuntamento della rassegna. Il titolo della giornata è 2011-2012: Una storia non ancora finita. Il programma è il seguente:
ore 10: apertura del presidente Antonio Sclavi. Brani di Inside Job di Charles Ferguson (Usa, 2010)
Seguirà una tavola rotonda su O la borsa o la vita, con interventi di Gianni Amelio, Stefano Bartolini, Sandro Bonaceto, Manin Carrabba, Sergio Caruso, Concita De Gregorio, Paolo Ermini, Pier Luigi Fabrizi, Alessio Gramolati, Andrea Molaioli, Giuliano Montaldo, Filippomaria Pontani, Maurizio Ricci, Giorgio Ruffolo, Ernesto Screpanti, Adriano Sofri, Alessandro Vercelli.
Nel pomeriggio è prevista la conclusione del festival, con la proiezione di due film, alla presenza di entrambi gli autori:
ore 15: “Il gioiellino”, di Andrea Molaioli (Italia, 2011)
ore 17: “La stella che non c’è”, di Gianni Amelio (Italia, 2006).