di Giovanni Elia
SIENA. Quest'oggi (16 Marzo), l'Accademia Chigiana ha ospitato la presentazione al pubblico ed alla stampa dei primi due volumi della nuova collana targata Fondazione Monte dei Paschi. “Protagonisti e Momenti” è il suo titolo, ed i primi personaggi storici ad esserne ritratti sono Violante Beatrice di Baviera, celeberrima governante della Siena del Settecento ed autrice del bando che stabilì i confini delle contrade, ed il leonino Fabio Bargagli Stoffi, indimenticato podestà sotto il fascismo.
Due figure separate da tre secoli di storia ma unite da un tratto caratteriale difficilmente dimenticabile: la certezza del carattere e la capacità di coniugare fare politico e tutela della città. La prima, figlia di un grande elettore di Baviera, finita in sposa ad un Medici che non poteva vederla – il quale non si premurò di cornificarla a destra e a manca – e governatrice di Siena per quasi quindici anni, ha lasciato senz'altro un'impronta indelebile su Siena. Ma come seppe farlo, in un tempo non certo facile per le donne ed il potere? “Tramite una capacità politica eccezionale”, ha spiegato a colloquio con il Cittadino Online Duccio Balestracci, ”ed uno spessore culturale ed umano di tutto rispetto. Nonostante abbia fatto una vita autenticamente da cane, ha avuto un concetto dello Stato e dell'amministrare impressionante, e a Siena ha avuto un rispetto totale delle tradizioni e dell'autonomia di tutte le componenti della vita cittadina. Capì subito le particolarità della nostra città, e non a caso sotto il suo governo oltre al bando apparve anche il primo regolamento moderno del Palio, quello del 1721. In definitiva”, ha concluso Balestracci, “il suo è un classico esempio di lato femminile del potere – diverso nei metodi, magari, ma non certo nelle finalità.”
A fare da compagno al volume di Balestracci è poi quello di Giuliano Catoni, dedicato ad un personaggio la cui forza di carattere sembra saltar fuori dalla pagina non meno di quella di Violante di Baviera: Fabio Bargagli Petrucci. Intellettuale, sindaco subito dopo la prima guerra mondiale, poi nominato podestà dal 1926 al 1936. “Un periodo”, ha commentato Catoni, “davvero eccezionale per una moltitudine di aspetti della vita senese, da quello urbanistico ed architettonico a quello culturale. Anche nel Palio ci sono mutamenti importanti decisi da Bargagli Petrucci, come l'assegnazione dei cavalli in Piazza e la bandiera della contrada vittoriosa fuori dalle trifore del comune. Nel '36, poi, Bargagli Petrucci confermerà il suo carattere burrascoso dimettendosi per via di una modifica allo statuto del Monte dei Paschi, in aperta e feroce polemica con Alfredo Bruchi, allora provveditore del Monte – che alcuni dicevano essere il capo di una eloquente 'compagnia del ciàncico', tanto per dire. E per dimettersi fece una litigata talmente feroce con il prefetto che quest'ultimo minacciò di spedirlo al confino di polizia! Infine”, ha poi concluso Catoni”, era uno strenuo protettore del patrimonio artistico senese, che difese con le unghie e coi denti”.
Due libri agili e scorrevoli, in ultima analisi, utili per rendere davvero vive delle figure storiche che spesso vengono ridotte a figurine nella lunga storia della nostra città.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SIENA. Quest'oggi (16 Marzo), l'Accademia Chigiana ha ospitato la presentazione al pubblico ed alla stampa dei primi due volumi della nuova collana targata Fondazione Monte dei Paschi. “Protagonisti e Momenti” è il suo titolo, ed i primi personaggi storici ad esserne ritratti sono Violante Beatrice di Baviera, celeberrima governante della Siena del Settecento ed autrice del bando che stabilì i confini delle contrade, ed il leonino Fabio Bargagli Stoffi, indimenticato podestà sotto il fascismo.
Due figure separate da tre secoli di storia ma unite da un tratto caratteriale difficilmente dimenticabile: la certezza del carattere e la capacità di coniugare fare politico e tutela della città. La prima, figlia di un grande elettore di Baviera, finita in sposa ad un Medici che non poteva vederla – il quale non si premurò di cornificarla a destra e a manca – e governatrice di Siena per quasi quindici anni, ha lasciato senz'altro un'impronta indelebile su Siena. Ma come seppe farlo, in un tempo non certo facile per le donne ed il potere? “Tramite una capacità politica eccezionale”, ha spiegato a colloquio con il Cittadino Online Duccio Balestracci, ”ed uno spessore culturale ed umano di tutto rispetto. Nonostante abbia fatto una vita autenticamente da cane, ha avuto un concetto dello Stato e dell'amministrare impressionante, e a Siena ha avuto un rispetto totale delle tradizioni e dell'autonomia di tutte le componenti della vita cittadina. Capì subito le particolarità della nostra città, e non a caso sotto il suo governo oltre al bando apparve anche il primo regolamento moderno del Palio, quello del 1721. In definitiva”, ha concluso Balestracci, “il suo è un classico esempio di lato femminile del potere – diverso nei metodi, magari, ma non certo nelle finalità.”
A fare da compagno al volume di Balestracci è poi quello di Giuliano Catoni, dedicato ad un personaggio la cui forza di carattere sembra saltar fuori dalla pagina non meno di quella di Violante di Baviera: Fabio Bargagli Petrucci. Intellettuale, sindaco subito dopo la prima guerra mondiale, poi nominato podestà dal 1926 al 1936. “Un periodo”, ha commentato Catoni, “davvero eccezionale per una moltitudine di aspetti della vita senese, da quello urbanistico ed architettonico a quello culturale. Anche nel Palio ci sono mutamenti importanti decisi da Bargagli Petrucci, come l'assegnazione dei cavalli in Piazza e la bandiera della contrada vittoriosa fuori dalle trifore del comune. Nel '36, poi, Bargagli Petrucci confermerà il suo carattere burrascoso dimettendosi per via di una modifica allo statuto del Monte dei Paschi, in aperta e feroce polemica con Alfredo Bruchi, allora provveditore del Monte – che alcuni dicevano essere il capo di una eloquente 'compagnia del ciàncico', tanto per dire. E per dimettersi fece una litigata talmente feroce con il prefetto che quest'ultimo minacciò di spedirlo al confino di polizia! Infine”, ha poi concluso Catoni”, era uno strenuo protettore del patrimonio artistico senese, che difese con le unghie e coi denti”.
Due libri agili e scorrevoli, in ultima analisi, utili per rendere davvero vive delle figure storiche che spesso vengono ridotte a figurine nella lunga storia della nostra città.
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