L'opera di Elisabetta Porciatti racconta la storia di una "città-banca"
SIENA. “Noi siamo Ummonte” è lo spettacolo, a ingresso libero fino ad esaurimento posti, che celebra la Festa della Donna, in programma domenica 8 marzo alle ore 19 al Teatro dei Rozzi.
Secondo appuntamento della rassegna “Tra Teatro e Letteratura – memorie, arti, storie”, incentrata su progetti presentati da Compagnie senesi che traggono ispirazione dalle ricorrenze più sentite e significative: dalla Giornata della memoria, alla Giornata internazionale del teatro, in programma il 27 marzo e, a seguire, il 25 aprile, anniversario della Liberazione per concludersi, il 1° maggio, per la Festa del lavoro.
La rappresentazione, un omaggio del Comune di Siena in collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo, scritto e interpretato da Elisa Porciatti, con il prezioso contributo delle donne di Siena, racconta la storia di una città-banca, emblema del sistema economico-finanziario in cui siamo tutti immersi.
Senese, ex-bancaria, selezionata nella sezione “agitatori di coscienze” al Festival Tramedautore al Piccolo Teatro Grassi di Milano, Elisa Porciatti, partendo dalla propria esperienza di ex dipendente di banca e dai racconti di persone legate, anche indirettamente, con il potere della stessa, in “Ummonte” muove con sagace ironia la trama del legame filiale contemporaneamente al tema vivo e attuale dell’enorme scandalo che ha travolto questo colosso bancario e un intero sistema.
“Adesso è tempo di avere il coraggio di interrogarsi in maniera semplice e onesta su temi che ci riguardano nostro malgrado: come nascono, finiscono e crescono i soldi? Le banche possono fallire? E ora, in attesa che una fine arrivi, che posso fare io che sono nata qui e adesso? E se fossi nata uomo, sarebbe stato diverso?”.
Un’indagine narrativa, che si sofferma sulle vite piccole e concrete che muovono un luogo e la “sua” banca. Numerose cittadine che, su una griglia di spunti tematici del testo, si interrogano su come il terremotarsi delle certezze abbia coinvolto un’intera comunità. Donne che, in occasione della loro festa, diventano protagoniste e prendono voce in un finale condiviso e riscritto insieme. Come se la fine potesse trasformarsi in numerosi nuovi inizi.
“E’ grande. E’ grande Ummonte. Tiene in vita – come dice la Porciatti – una città e sul più bello la riunisce al suo capezzale di padre agonizzante e pieno di debiti. Agonizza compostamente ma ovunque. In piazza, nelle botteghe, tra i banchi, nei letti dei giovani sposi”. E Ummonte è anche il soprannome di un piccolo, degno figlio di Babbo Monte che da grande vuole firmare non gli autografi ma addirittura le banconote. Fa di conto, impila le 20 lire del ’74, di dieci in dieci. E per Zoe, che ama le parole e sa a memoria l’alfabeto: “I debiti sono colpe. Gli impieghi quelli dei mariti da sposare. I titoli quelli dei film d’amore”. Per Zoe il valore è gusto, è sorridere. Senza motivo. Il valore non c’è. Si sente.
Intorno a loro una città di storie. E solo una donna a raccontarle.
Elisa Porciatti, già co-autrice e interprete di ‘Senza Lear’ (vincitore del Premio Lia Lapini 2009) e di ‘M.A.E.S.T.A’, “tra ironia e commozione – si legge nella motivazione della giuria del Premio Scenario 2013 – ripensa con originalità il teatro di narrazione, per cercare, nell’apparente semplicità delle forme, una coralità di personaggi, raccontati con astrazione e musicalità”. E con UMMONTE, menzione speciale Premio Scenario 2013, si apre al contributo delle donne di questa città e le rende davvero protagoniste nella ricorrenza dell’8 marzo.