L'edzione critica del manoscritto sarà presentata a Palazzo Patrizi
SIENA. Martedì 17 gennaio, alle ore 17,30, nella Sala degli Intronati in Palazzo Patrizi (via di Città, 75) Elisabetta Cioni, presenterà il volume Niccolò di Giovanni, La sconfitta di Monte aperto. Edizione critica a cura di Alice Cavinato. Presentazione di Salvatore Settis, Siena, Accademia Senese degli Intronati, 2016; sarà presente la curatrice.
Il volume valorizza e mette in risalto quello che è l’aspetto peculiare del manoscritto A.IV.5 della Biblioteca Comunale degli Intronati realizzato nel 1443 da Niccolò di Giovanni di Francesco di Ventura, il fatto, cioè, di essere una cronaca illustrata, forse la prima nella storia, dato che ciascuna carta presenta il testo su due colonne solo nella metà superiore, mentre in quella inferiore si trovano miniature con scene rigorosamente attinenti alla narrazione (talora sono presenti anche didascalie, che mostrano l’identità dei personaggi raffigurati). Il manoscritto rientra nel genere definito «Bildercodex», che si distingue da quello dei manoscritti genericamente illustrati in quanto le immagini non sono state aggiunte quale arricchimento della narrazione, ma figure e testo nascono insieme, sono intimamente uniti e si integrano a vicenda: il racconto procede e lo si comprende a pieno soltanto se si prendono in considerazione entrambi.
L’edizione critica predisposta da Alice Cavinato non si limita alla ricostruzione del testo della cronaca, ma compie anche un’analisi dell’aspetto iconografico, ricco di rimandi, collegamenti e confronti con altre rappresentazioni figurative.
Il libro porta all’attenzione del pubblico un testo importante e il suo notevole apparato iconografico ed è frutto di un approfondito lavoro di ricerca delle fonti e della fortuna del manoscritto (e delle sue copie), che la curatrice ha compiuto con grande acribia, e ci restituisce anche lo sguardo di un senese del Quattrocento su di una gloriosa pagina di storia patria, lo scontro durissimo nel quale Siena aveva saputo trionfare su Firenze, che è rivissuto da Niccolò di Giovanni con fierezza e raccontato con orgoglio civico.