Lo spettacolo è giovedì 20 marzo. Rosanna Naddeo, attrice e cantante, è l’interprete femminile. La Stagione Teatrale 2024-25 chiude con il secondo sold out

POGGIBONSI. Torna a Poggibonsi l’attore, imitatore e regista Neri Marcorè, che porta in scena un lavoro dedicato a Fabrizio De Andrè, più in particolare al concept-album La Buona Novella dell’indimenticato cantautore genovese, prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano. Lo spettacolo, pensato come una sorta di Sacra Rappresentazione contemporanea, è in cartellone giovedì 20 marzo alle ore 21, ultimo appuntamento in prosa di questa Stagione Teatrale in abbonamento al Politeama e ha già registrato il tutto esaurito, chiudendo con il secondo sold out, dopo quello di Magnifica Presenza di Ferzan Ozpetek.
L’elaborazione drammaturgica di Giorgio Gallione alterna e intreccia le canzoni di Fabrizio de André con i brani tratti dai Vangeli apocrifi cui lo stesso autore si è ispirato. Dopo il successo di “Quello che non ho”, Marcorè e il drammaturgo e regista Giorgio Gallione rinnovano il loro sodalizio artistico nel nome del grande cantautore genovese portando in scena il suo primo concept album. Sul palco, con Marcorè, ci sarà anche l’attrice Rosanna Naddeo.
“Rosanna Naddeo è la protagonista femminile ed è un’attrice che canta – scrive il direttore musicale nonché arrangiatore Paolo Silvestri -, Giua è una cantautrice che si accompagna con la chitarra e le percussioni, Barbara Casini è una cantante specializzata nella musica brasiliana, percussionista e chitarrista, Alessandra Abbondanza è una cantante jazz e soul che suona la fisarmonica e il basso, e Anais Drago è una violinista virtuosa con un’impostazione sia classica che jazz e inoltre canta. E questo quintetto femminile così particolare è accompagnato da Francesco Negri che è un pianista jazz, ma con spiccati interessi verso altri generi musicali. A ciascuno di loro però viene chiesto di fare una musica diversa da quella che fa abitualmente e le varie caratteristiche diventano solo dei colori musicali che si incontrano e si fondono. E questo assieme un po’ inusuale è l’identità musicale dello spettacolo”. In quest’opera, prosa e musica risultano montati in una partitura coerente al percorso tracciato dall’autore nel disco del 1970. Di taglio esplicitamente teatrale, costruito quasi nella forma di un’Opera da camera “La Buona Novella” è il primo concept-album dell’autore genovese, con partitura e testo composti per dar voce a molti personaggi: Maria, Giuseppe, Tito il ladrone, il coro delle madri, un falegname, il popolo. Ed è proprio da questa base che prende le mosse la versione teatrale che in qualche modo completa il racconto di Fabrizio De André, trasformando La buona novella non solo in un concerto, ma in uno spettacolo originale, recitato, agito e cantato da una compagnia di attori, cantanti e musicisti che penseranno l’opera del cantautore come un ricchissimo patrimonio che può comunque ben resistere, come ogni capolavoro, anche all’assenza dell’impareggiabile interpretazione del suo creatore.
La buona novella è il quarto album in studio del cantautore italiano Fabrizio De André, ed è stato pubblicato nel 1970.
Come De André ha più volte sottolineato, lavora all’album nel 1969 «in piena lotta studentesca» e per questo disco si rifà ai Vangeli apocrifi.
Nelle note che accompagnano i testi delle canzoni, precisa di aver inserito in alcuni brani citazioni tratte dal Protovangelo di Giacomo, desunte da un volume edito nel 1867 con traduzioni di Luciano Scarabelli. De André inoltre spiega che «i nomi dei ladroni variano da vangelo a vangelo (Dimaco, Tito, Disma, Gesta). Tito è il ladrone buono nel vangelo arabo dell’infanzia».Il grande successo riscosso ormai da oltre cinquant’anni da La buona Novella risiede molto probabilmente nel fatto che De André umanizza i personaggi: i protagonisti perdono sacralità sempre nel rispetto etico e religioso, diventando persone verso cui ognuno può provare facilmente empatia e un senso di vicinanza.
Tutti gli spettacoli fanno parte di Discipline(s), un progetto multidisciplinare che spazia tra i linguaggi della prosa, della musica e della danza, promosso da Fondazione Elsa/Teatro Politeama, con il contributo del Ministero della Cultura.