CHIUSI. Il famoso religioso e giurista Graziano non è spuntato dal nulla, ma da una grande scuola di diritto che dava alla Chiusi del XII secolo un prestigio oggi ingiustamente poco percepito: questa la scoperta annunciata nell’ambito della presentazione dello straordinario volume di ricerche su Graziano da Chiusi e la sua opera, curato da Francesco Reali per conto del centro studi chiusino “Magister Gratianus” con il patrocinio del Comune e della Banca Valdichiana. La novità si aggiunge a un fatto acclarato: Graziano è forse il giurista più famoso al mondo perché unì giuridicamente l’Europa con la sola forza della ragionevolezza. Il suo “Decretum” fu talmente geniale da essere applicato contemporaneamente in tutti i tribunali ecclesiastici del continente. Al di là del leggendario Porsenna e delle glorie etrusche questa città vanta un prestigio più recente, ingiustamente dimenticato: fu capitale di un Ducato longobardo e tentò di districarsi tra la morsa di Senesi, Perugini e Orvietani che sarà fatale, ma non prima di “coltivare” e ampliare una scuola episcopale di arti “liberali” e diritto che fu un riferimento per la cristianità.
Il “Decretum” (alla base del diritto moderno insieme al “Corpus Iuris Civilis” di Giustiniano), sembra realizzato per uso pratico e per l’insegnamento: lo ha fatto notare il professor Giovanni Minnucci dell’Università di Siena alla presentazione del libro. Di fronte, una platea inaspettata di chiusini e appassionati di storia del diritto, a dispetto dell’argomento da specialisti e della celebrazione di un personaggio poco noto alla massa. Evidentemente c’è una grande voglia di riscoprire le proprie radici, anche quelle più recenti, per valorizzare la Chiusi di oggi.
A questo punto, vista la contiguità con l’ateneo del capoluogo e i contatti con il mondo del diritto, il centro studi chiusino pensa alla pubblicazione di un nuovo volume di ricerche, ma soprattutto a rilanciare Chiusi come punto di riferimento giuridico-culturale, nel tentativo di ripercorrere i fasti del passato. Citato come figura notevole da Dante nel Canto X del Paradiso («Quell'altro fiammeggiare esce del riso di Grazïan, che l'uno e l'altro foro aiutò sì che piace in paradiso»), Graziano può contribuire a superare definitamente il declino a cui Chiusi sembrava condannata dopo il “doloso” impaludamento da parte degli orvietani della Val di Chiana, e la perdita del ruolo politico ed economico manifestatasi dal Trecento in poi. Un contesto che fece scrivere a Dante, sempre nel Paradiso (XVI Canto): «Se tu riguardi Luni e Orbisaglia come sono ite, e come se ne vanno di retro ad esse Chiusi e Sinigaglia, udir come le schiatte si disfanno non ti parrà nova cosa né forte, poscia che le cittadi termine hanno». Finito l’impaludamento e risorto economicamente il fondovalle, Chiusi riscopre il suo passato per voltare pagina.
Il “Decretum” (alla base del diritto moderno insieme al “Corpus Iuris Civilis” di Giustiniano), sembra realizzato per uso pratico e per l’insegnamento: lo ha fatto notare il professor Giovanni Minnucci dell’Università di Siena alla presentazione del libro. Di fronte, una platea inaspettata di chiusini e appassionati di storia del diritto, a dispetto dell’argomento da specialisti e della celebrazione di un personaggio poco noto alla massa. Evidentemente c’è una grande voglia di riscoprire le proprie radici, anche quelle più recenti, per valorizzare la Chiusi di oggi.
A questo punto, vista la contiguità con l’ateneo del capoluogo e i contatti con il mondo del diritto, il centro studi chiusino pensa alla pubblicazione di un nuovo volume di ricerche, ma soprattutto a rilanciare Chiusi come punto di riferimento giuridico-culturale, nel tentativo di ripercorrere i fasti del passato. Citato come figura notevole da Dante nel Canto X del Paradiso («Quell'altro fiammeggiare esce del riso di Grazïan, che l'uno e l'altro foro aiutò sì che piace in paradiso»), Graziano può contribuire a superare definitamente il declino a cui Chiusi sembrava condannata dopo il “doloso” impaludamento da parte degli orvietani della Val di Chiana, e la perdita del ruolo politico ed economico manifestatasi dal Trecento in poi. Un contesto che fece scrivere a Dante, sempre nel Paradiso (XVI Canto): «Se tu riguardi Luni e Orbisaglia come sono ite, e come se ne vanno di retro ad esse Chiusi e Sinigaglia, udir come le schiatte si disfanno non ti parrà nova cosa né forte, poscia che le cittadi termine hanno». Finito l’impaludamento e risorto economicamente il fondovalle, Chiusi riscopre il suo passato per voltare pagina.