Ultimo giorno per vedere a Siena l'avvincente film
di Paola Dei
SIENA. Al Cinema Pendola a Siena è in programma l’ultimo Film di Francois Ozon “Nella casa”, una pellicola stimolante, colta, dal sapore di un thriller ma con una metafora di base che affascina, incuriosisce e ci conduce dentro ad una miriade di significati sommersi dai quali è possibile trarre insegnamenti e porsi mille domande, ma soprattutto ben fatto dal punto di vista della regia e ben interpretato da Fabrice Luchini (il fantastico comercialista di Confidenze troppo intime), Kristin Scott Thomas, Emmanuelle Seigner, Denis Menochet, Ernst Umhauer. Scritto dallo stesso regista il film è tratto da una pièce teatrale del drammaturgo spagnolo Juan Mayorga dal titolo “El chico de la ultima fila”.
Il professore di italiano di un Liceo Francese è piuttosto deluso dalla mancanza di curiosità e creatività degli allievi ai quali si trova ad insegnare. Ama la letteratura e ha cercato in passato di scrivere un romanzo senza però raggiungere particolari risultati soprattutto con se stesso. La moglie si occupa di arte e gestisce una Galleria della quale sono proprietarie due gemelle dai gusti non troppo originali ma con il denaro necessario per far andare avanti la Galleria.
La vita del professore scorre costellata da un matrimonio tranquillo e da un lavoro sicuro fin quando non sopraggiungerà Claude, uno studente timodo e introverso che incuriosisce German per il modo con il quale descrive un compagno di classe: Rapha, appartenente ad una famiglia piccolo borghese dall’apparenza perfetta. Germain e la moglie incuriositi dalla capacità descrittiva del ragazzo lo incitano a continuare mentre lui si insinua sempre piu’ nella casa e ne coglie i segreti descrivendoli in maniera sempre particolareggiata. La sua attenzione ad un certo punto è totalmente rivolta alla madre di Rapha e densa di fantasie che lo portano a baciare e corteggiare Esther, questo il nome della madre di Rapha. Il professor Germain intanto pur di sentire il seguito della storia e leggere le vicende della famiglia che Claude scruta in maniera tanto avvincente, si fa complice di intrighi e scorettezze che pagherà a caro prezzo rimanendo solo e senza lavoro ma con Claude che continuerà a raccontargli storie.
Una storia avvincente narrata con la grazia del romanzo e la forza delle atmosfere di suspence che destano attese nello spettatore ignaro di ciò che potrà avvenire ma certo alla fine che l’unica conclusione possibile deve essere quella che ha trovato il regista.
Ozon riesce a trasformare la quotidianità in qualcosa di straordinario e le piccole azioni di ogni giorno in eventi capaci di tenerci incollati alla sedia senza che lo scorrere del tempo venga percepito. Finzione e realtà si confondono in piu’ di una scena e il processo di creazione diviene significato e significante mentre il fotogramma successivo sembra che si crei da solo. Come nella migliore tradizione dei film francesi sembra che nulla accada mentre sta accadendo di tutto e fra citazioni a Chabrol, Bunuel, Haneke si arriva alla fine mentre il regista non usa sfumature nel ritrarre i suoi personaggi e ci conduce all’ultimo fotogramma con una ironia sociale meravigliosamente superiore a quanto avevamo immaginato entrando in sala.