SIENA. Esiste una memoria collettiva della Seconda Guerra Mondiale? Oppure nell’immediato dopoguerra è stata praticata una cosciente rimozione delle ferite lasciate aperte dalla guerra? E i giornali che ruolo hanno avuto in questa scelta?
Sono questi alcuni degli spunti del libro “Giornalismo del dopoguerra tra memoria e rimozione” edito dalla casa editrice Odoya e scritto da Giuseppe Gori Savellini, che sarà presentato oggi pomeriggio (26 maggio) alle 17.
La presentazione, nell’aula B del padiglione esterno di Palazzo San Niccolò del Dipartimento di Scienze della Comunicazione in via Roma 57, è organizzata dall’Asmos (Archivio Storico del Movimento Operaio e Democratico Senese) dall’Istituto Storico della Resistenza Senese e dal Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione. Oltre all’autore parleranno del libro Giovanni Gozzini e Maurizio Boldrini, docenti di Storia del Giornalismo e Teorie e Tecniche del Linguaggio Giornalistico all’Università di Siena e Alessandro Orlandini, presidente dell’Asmos.
Gori Savellini utilizza la carta stampata per descrivere un momento storico delicato. Le descrizioni dei giornali, i tagli degli articoli e la linea politica delle testate o delle grandi firme vengono fatte parlare nel loro complesso e nella loro sintesi per descrivere la tendenza ad assolvere i fascisti per non destabilizzare il Paese.
L’attualità di questo saggio è data dall’unione tra la storiografia e teorie comunicative moderne: la storia appare fatta da opinioni e le opinioni da opinion makers.
Giuseppe Gori Savellini, laureato in Storia dei Media è cultore in Teorie e Tecniche del Linguaggio Giornalistico. Si occupa di comunicazione pubblica e politica. Studioso anche di cinema, collabora con festival, rassegne e laboratori di produzione.
Sono questi alcuni degli spunti del libro “Giornalismo del dopoguerra tra memoria e rimozione” edito dalla casa editrice Odoya e scritto da Giuseppe Gori Savellini, che sarà presentato oggi pomeriggio (26 maggio) alle 17.
La presentazione, nell’aula B del padiglione esterno di Palazzo San Niccolò del Dipartimento di Scienze della Comunicazione in via Roma 57, è organizzata dall’Asmos (Archivio Storico del Movimento Operaio e Democratico Senese) dall’Istituto Storico della Resistenza Senese e dal Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione. Oltre all’autore parleranno del libro Giovanni Gozzini e Maurizio Boldrini, docenti di Storia del Giornalismo e Teorie e Tecniche del Linguaggio Giornalistico all’Università di Siena e Alessandro Orlandini, presidente dell’Asmos.
Gori Savellini utilizza la carta stampata per descrivere un momento storico delicato. Le descrizioni dei giornali, i tagli degli articoli e la linea politica delle testate o delle grandi firme vengono fatte parlare nel loro complesso e nella loro sintesi per descrivere la tendenza ad assolvere i fascisti per non destabilizzare il Paese.
L’attualità di questo saggio è data dall’unione tra la storiografia e teorie comunicative moderne: la storia appare fatta da opinioni e le opinioni da opinion makers.
Giuseppe Gori Savellini, laureato in Storia dei Media è cultore in Teorie e Tecniche del Linguaggio Giornalistico. Si occupa di comunicazione pubblica e politica. Studioso anche di cinema, collabora con festival, rassegne e laboratori di produzione.