Nato ebreo, non è solo un'altra testimonianza di ciò che furono le persecuzioni antiebraiche, culminate nel genocidio degli ebrei europei, dell'epoca nazista. È anche, se non soprattutto, un lucido contributo per comprendere una delle pagine più nere e controverse della storia.
L'autobiografia di Marcel Liebman getta una luce non convenzionale e non scontata sulla vicenda drammatica di quel periodo, attraverso il toccante racconto delle peripezie di una famiglia ebrea-belga. Il protagonista-testimone, Marcel, si pone, però, anche l'arduo compito di scandagliare le proprie vicende senza nulla concedere all'autocommiserazione e al vittimismo sterile.
Una parte importante del racconto di Liebman, infatti, sottolinea come l'assassinio di massa pianificato di sei milioni di ebrei fu l'origine di atti di resistenza poco noti, se non occultati successivamente, che portarono al salvataggio di migliaia di persone. Grazie a questi, in molti Paesi europei è ancora possibile parlare di "presenza ebraica".
Liebman, inoltre, dopo la fine della guerra continuò la sua traiettoria contro-corrente non accettando in alcun modo di giustificare con il genocidio, in cui fu assassinato suo fratello Henri, la sorte imposta al popolo palestinese. Fin dal 1967 egli si pose fra coloro che sostenevano, molto pochi allora, che una tragedia non può giustificarne altre.
Per questo motivo egli divenne un militante, in quanto ebreo suo malgrado, al fianco del popolo palestinese e a chi gli rimproverava di non onorare in questo modo la memoria del fratello Henri risponde con le parole toccanti di un uomo che, al contrario, ha compreso fino in fondo che una tragedia risultato del razzismo più bieco, come la persecuzione, la deportazione ed infine il genocidio degli ebrei europei, potrà non ripetersi solo ed esclusivamente se ne vengono combattute le basi fondatrici: il razzismo, la xenofobia.
In un mondo come quello odierno, in cui, al contrario, razzismo e xenofobia riemergono arroganti, con nuove e vecchie forme, nuove e vecchie vittime, è importante riscoprire opere come questa.