Appuntamento alla Corte dei Miracoli, il 21 gennaio, alle ore 20 la voce di un uomo che spiega i mutamenti che hanno sconvolto il suo Paese

SIENA. “Credo che la base della nostra vita siano la cultura, la conoscenza e la consapevolezza di ciò che viviamo e di quello che siamo.
In questo particolare momento storico che sta vivendo l’Iran, c’è molta preoccupazione, paura e tante domande. La scarsa informazione rende difficile alle persone farsi una chiara idea di cosa stia succedendo. Per questo sento la necessità di raccontare la mia terra natale attraverso la mia storia personale, con la speranza di dare un contributo che consenta di comprendere meglio la condizione attuale del popolo iraniano e il motivo per cui migliaia di giovani stanno scendendo in piazza contro il regime, pur sapendo i terribili rischi che questo comporta.
Alla fine degli anni ’70 ho partecipato attivamente alle manifestazioni politiche contro lo Scià, e poi contro l’integralismo islamico di Khomeini. Il 21 Giugno del 1981, durante una manifestazione pacifica, sono stato arrestato e sono rimasto in carcere fino alla fine del 1983. Voglio raccontare quello che ho visto e vissuto, per dare voce, con la mia testimonianza, ai tanti che hanno lottato e sono stati uccisi. La vera guerra, come gridano i manifestanti in tutte le piazze, non è tra gli USA e l’Iran, ma è fra il popolo iraniano e il regime disumano dei Mullah”.