SIENA. Capita spesso di guardare al passato con occhi diversi, rivolgendoci agli anni alle nostre spalle con una certa diffidenza: l'atteggiamento di chi si vede così diverso da non potersi quasi nemmeno riconoscere.
Così chi conosce Annalisa Coppolaro o ha letto i suoi ultimi libri (“How to live like an Ialian” oppure “Giochi d'amore e di infedeltà”) farà fatica in questa raccolta di opere giovanili a ritrovare la sua solarità, il suo entusiasmo e gratitudine nei confronti della vita: “Misteri Mari Amori” (edizioni progetto cultura, per la collana "whodunnit?") ci rivela un lato sconosciuto fino ad adesso della scrittrice e giornalista toscana, frutto di un passato ormai abbastanza lontano per poter essere riesumato.
I cinque racconti si articolano in un percorso che mantiene una tensione psicologica costante, in un brivido a metà tra l'amore, la passione e l'oscurità, la morte.
L'immagine in copertina di Luciano Scali si intitola “gli amori impossibili”. Come nel quadro gli amori dei racconti sono appunto impossibili: impossibili da raggiungere, da recuperare, da coronare, da dissolvere…è un incubo agrodolce che avvolge il lettore con fluidità di stile, anche se questo ben più complesso e labirintico di quello attuale.
“…poi il pugnale di lui, lui orgoglioso, disperato, innamorato, ti trafigge la carne senza scampo (…)c'è la sua voce che ti accusa di averla amata più di lui (…) Siete stati beffati tutti e due, il vostro incontro era un gioco del destino.(…) -Non è colpa nostra- vorresti urlare, ma non puoi”
Il ritmo è incalzante, come nei racconti di Allan Poe, e porta sempre ad un finale denso di pathos: i vari stili sperimentati da Annalisa (dal giallo classico, al gotico, al noir …) sono resi uniformi dalla discesa precipitosa verso una paura imprecisata, che allo stesso tempo ripugna e attrae.
“…Alice si coprì le labbra, gli occhi fissi su quel corpo, cercando di non urlare…orrore cieco e senza scampo le si sciolse nelle vene.” E' come se in questo mondo parallelo, psicologico (metaforico?), si esplicitassero e si esorcizzassero le angosce di una giovane donna a contato con il mondo dei sentimenti, del sesso, del rapporto con gli uomini, dell'amicizia, della complicità, della solitudine esistenziale. L'autrice gioca con gli elementi della paura, dell'esotismo, del sangue, del fatto scabroso, in modo che sembrino più lontani di quanto potrebbero apparir ad una prima lettura: ne risulta una commistione di coinvolgimento emotivo e ricerca interiore, ossessioni e paure che ognuno si nega di poter esprimere.
Ed è in questo complesso gioco di specchi tra il lettore e la scrittrice che affiora un autobiografismo compiaciuto a tratti e sofferto in altri: la passione per la scrittura che rende in parte i racconti anche metaletterari, riferimenti a fatti, luoghi e persone descritti con minuziosità, quasi fossero ricordi…
“Tutto gli suonava familiare, perfino quei vicoli improvvisi che si perdevano in cortili senza uscita. E quelle chiese, e quegli archi che fuggivano via verso la notte…”
Come scrive Fabio Lotti, autore della prefazione, scacchista e autore di gialli: "la storia di questi racconti è (…) dentro l'animo dei personaggi.Dentro Annalisa."
Nella mente turgida di cambiamenti ed evoluzioni di un'autrice all'epoca della composizione ancora sulla ventina (i racconti sono scritti dai 23 ai 26 anni) si possono invece leggere le differenze tra un episodio e l'altro: una fase di rapida evoluzione personale si traduce in un repentino affinamento dello stile, verso una maggiore semplificazione formale e con una più netta separazione tra trascendente ed immanente (l'uso di luoghi familiari all'autrice misto a vicende fantastiche, per esempio nell'ultimo racconto “sotto le ali del rapace silenzio”, divarica i due campi d'azione in una conflittuale ambiguità).
Una prova del passato che sguscia insolente, ma oramai innocua, dai cassetti di una donna cambiata attraverso un percorso interessante, che ci rende in questa opera i segni del suo evolversi.
Misteri Mari Amori, la nuova opera letteraria di Annalisa Coppolaro
di Tobia Bondesan