di Gianni Basi
SIENA. Per il concerto di questo venerdi 13 marzo l’Accademia Chigiana presenta una fra le serate di punta della 86^ edizione di “Micat in Vertice”. Gli intenti sono triplici. Si parte dalla protagonista in scena, Angela Hewitt, la maggior suonatrice del momento di tutto ciò che si può ricavare da una tastiera. Quindi la grandezza stupefacente di un Bach in vena di toccare la perfezione, e, infine, la dimostrazione strutturale di quanto una composizione sappia esaltare la natura matematica dei suoni.
Le “Variazioni Goldberg”, in programma a Palazzo Chigi alle ore 21, costituiscono un banco di prova per i più grandi pianisti e sono croce e delizia per gli allievi in conservatorio. Nate per clavicembalo, si rivelano, malgrado la loro difficoltà esecutiva, talmente duttili da poter essere suonate da qualsiasi strumento e anche persino elaborate, arricchite, trascritte, riarrangiate. Doti che poche partiture possono vantare. Un “invertendo i fattori il prodotto non cambia” che legittima quanto l’impianto di base sia solido e mantenga comunque una impostazione inattaccabile. Quasi un’alchimia certosina di suoni, estratti “in consecutio” dalla nota precedente, in cui si individuano forme algoritmiche binarie, in sezioni e misure, che Bach creò lavorando di fino sul suo usuale tessuto contrappuntistico. Uno studio che lo portò ad esprimere, come mai nessun altro, la purezza dell’intreccio logico-matematico su cui ogni suono combinato ad altri essenzialmente si fonda. Il risultato è un caleidoscopio di infinite possibilità sonore. Vi hanno attinto trii, quartetti, quintetti, solisti a solo organo, a sola fisarmonica, complessi di ottoni, orchestre intere e formazioni jazz. E sempre con successo. Ma lo strumento più vicino al Bach originario è senza dubbio il pianoforte. Da Glenn Gould a Keith Jarret tutti i più grandi pianisti si sono cimentati nelle temute “Variazioni Goldberg”. E solo i migliori le hanno rese, più che esercizio di bravura, vero saggio di bellezza pianistica. Fra questi, una Angela Hewitt assolutamente unica. Il padre, organista della cattedrale di Ottawa, la avvicina al pianoforte all’età di tre anni, e un anno dopo arriva la sua prima borsa di studio. Ora è una bella donna, molto luminosa, affascinante sui tasti come nella vita. Ama la natura, passa le vacanze sul Trasimeno dove ha creato un festival e, soprattutto, ne ha fatto un punto d’incontro coi musicisti di passaggio che vogliono fare le classiche quattro suonate fra amici. Nel ‘78 vince il Concorso Viotti, poi altri premi a Zwickau e Cleveland, e l’”Internazionale Bach” a Toronto nell’85. Nel ‘94 ottiene l’”Hyperion Records” per l’incisione di tutta la musica a tastiera di Bach, nel 2000 è Cavaliere dell’Ordine del Canada, nel 2003 si aggiudica il “Listener Awards” della BBC, nel 2006 è “Artista dell’Anno” premiata col “Grammophone Awards”. Oltre Bach, esegue con maestria e dolcezza le opere per piano di Ravel, i Notturni di Chopin e le sonate di Listz e di Couperin. L’abbiamo ascoltata in un passo del “Clavicembalo ben temperato”, notando come nelle sue mani Bach sembri letteralmente rivivere: sussurri sui tasti, riempimenti improvvisi, toni caldi, gli ad libitum che rinascono in danza e in ritorni sul tema, poi nuovi sviluppi, sino ai dissolvimenti in un silenzio che mai sa di nulla.
Le “Variazioni Goldberg”, uno dei cavalli di battaglia della Hewitt, furono scritte quasi per caso. Sembra, da testimonianze del tempo, che un giovane allievo di Bach, Johann Gottlieb Goldberg, si trovasse ospite alla corte di Dresda presso il conte von Keyserling. Questi, apprezzando l’abilità di Goldberg, propose a Bach di scrivere qualcosa che il ragazzo gli potesse suonare nelle veglie notturne, così da occupare le tante ore passate in preda ad una cronica insonnia. Questo “qualcosa” fu la nascita delle “Variazioni”. Che poi, prendendo il nome del fortunato studentello, furono dapprima non notissime e passarono alla storia, tra verità e leggenda, soprattutto per non aver fatto da ninna nanna al conte Keyserling e al suo mancato riposo, ma anzi per avergli tenuta ben desta, e gradita, l’attenzione. Bach le compose in 32 brani, un’aria di d’introduzione ed una di finale comprese, e si sbizzarrì a metterci dentro di tutto e a farne una musica davvero particolare. Tale da mantenere una rigorosa successione metrica e nel contempo rendere catturante e appunto “vario” l’ascolto. Legò indifferentemente ogni variazione passando dalla sonata all’adagio, dall’ouverture ai canoni, arricchendole tutte di invenzioni e senza trascurare effetti a sorpresa. Come i trilli veloci delle variazioni ottava e ventottesima o le passioni intense nella venticinquesima, ed anche i toni scanzonati e popolari che si snodano nella variazione numero trenta.
Angela Hewitt ci stupirà per la sua destrezza d’esecuzione, spesso a mani incrociate, sempre con un visibile piacere nell’interpretare le intenzioni di Bach e di farlo il più autenticamente possibile. “Son contenta di spiegarle ai giovani allievi, queste interpretazioni – ha detto in un’intervista – perchè essi apprezzino la profondità del messaggio musicale e sappiano sacrificarsi anche per 6 o 7 ore al giorno per arrivare, poi, a sentire cosa si prova nel ritrovarsi sospesi dentro la musica. Che per me è una delle cose più belle della vita”. Il “Guardian” l’ha definita “l’indiscussa vera pianista bachiana del nostro tempo”. Una sua incisione memorabile delle “Variazioni” è un live del ’99, registrato alla Henry Wood Hall di Londra. Consigliato a chi, dopo il concerto, volesse risentire Angela Hewitt o a quanti non avessero modo di ascoltarla venerdi in Palazzo Chigi. Altrimenti, per rivederla al piano, appuntamento al prossimo luglio coi seminari estivi che lei terrà in Chigiana. Ai più fortunati, potrà capitare di sentire i suoni limpidi di un pianoforte, o quelli scintillanti di un clavicembalo, aleggiare tra la soave quiete delle acque di un lago all’imbrunire. Nel caso si trovassero dalle parti del Trasimeno.
Biglietti al botteghino di Palazzo Chigi tra giovedì (ore 16,30-18,30) e venerdi prima del concerto. Per informazioni: 0577- 22091 (www.chigiana.it).