di Andrea Pagliantini
PIENZA. A Pienza, dal 6 maggio al 5 novembre 2023, presso il Conservatorio San Carlo Borromeo, a cura di Leonardo Scelfo, sarà possibile visitare una splendida mostra con le opere di Dario Neri e i versi di Mario Luzi.
Filo conduttore, il Paesaggio, fonte di ispirazione pittorica e poetica, ricchezza di una Val d’Orcia un tempo non lontano tanto bella quanto povera e isolata, narrata da Iris Origo.
Le pitture di Dario Neri sono realizzate fra il 1920 e il 1956. Consegnano una campagna identica a quella attuale, meravigliosa e laconica, dolce e aspra come la fatica del lavoro manuale speso per secoli, immutato nei campi, nei boschi, nelle raccolte dei frutti e del grano, che la tecnica e la meccanica hanno reso più umano e meno stancante.
Mario Luzi, il poeta che ha passato molte estati a Pienza e che ha scritto pagine memorabili dedicate al paesaggio armonico e sintetico dipinto da Neri o ammirato Patrimonio dell’Umanità Unesco, dal 2004.
Nella mostra, pittura e poesia si intrecciano in parole e audio, la fatica brutale della segatura e della battitura del grano ripreso in un filmato d’epoca da Dario Neri, che scorre in continuo, su un grande schermo fra le opere.
Franco Zeffirelli, qui girò le scene di “Romeo e Giulietta” e “Fratello sole, sorella luna”, seguirono altre pellicole di vario genere, poi, nel 1996, arrivò Antony Minghella con il set del “Paziente inglese”, che portò la Val’ d’Orcia, Pienza, Sant’Anna in Camprena, Cusona, in giro per il mondo.
Poi il film “Il gladiatore” e quello stereotipo di “Sotto il sole della Toscana”, tratto da un libro di grande successo negli Stati Uniti, che ha riempito l’ex Granducato di bambinoni del nuovo mondo.
Andando indietro nel tempo, non sono lontani gli anni in cui l’isolamento, la fame, la superstizione e l’ignoranza, facevano da corredo alle armoniche colline o alla “Città ideale” realizzata da Bernardo Rossellino per volere e committenza del Papa Pio II Piccolomini.
Nella mostra, fra le opere di Dario Neri e i versi di Mario Luzi, invisibile certo, ma di cui si avverte la presenza incombente nelle sale, c’è la fatica di secoli di uomini e donne che con la forza delle braccia e la volontà della vita radicata alla terra, hanno scolpito un paesaggio emozionale fatto di terra, colori diversi nelle stagioni, rari cipressi, cereali e foraggi, strade polverose che portavano al poco e ora all’essere sogno di quanti vivono la vita in pochi metri quadri, collegati con il mondo, ma un po’ meno con le emozioni e con i sentimenti.