Roger Daltrey in tournée a Firenze il 20 marzo
FIRENZE. Roger Daltrey, storica voce degli Who, sarà in concerto in Italia il prossimo Marzo con “Tommy”: il leggendario album della band inglese sarà integralmente suonato dal vivo. Il concerto passerà vicino Siena, in quanto verrà eseguito a Firenze al Teatro Comunale martedì 20 marzo 2012.
Per i più giovani parliamo di un’opera rock basata sulla storia di un ragazzo nato alla fine della Ia guerra mondiale che diviene sordo, cieco e muto, dopo aver assistito all’omicidio dell’amante della madre di Tommy da parte del padre, aviatore britannico al ritorno dal fronte. Costretto dai genitori a non dire, vedere e sentire nulla (da cui il leitmotiv dell’opera See Me, Feel Me, Touch Me, Heal Me) Tommy, cieco, sordo e muto, inizia un percorso denso di dolore e difficoltà che lo porterà prima alla notorietà come Mago del Flipper, poi a diventare una sorta di messia, per ritrovare infine la condizione normale, riacquistando tutti i sensi. La novità sulla fine del 1969 nasceva dal fatto che non si trattava di una canzone, anche lunga sotto forma di suite, ma di una storia narrata da un insieme di canzoni collegate tra loro da una traccia guida.
Il disco, nato dalla fantasia del chitarrista degli Who Pete Townshend, venne pubblicato in Gran Bretagna nel 1969, doppio LP in vinile. Il successo fu immediato, con l’album al secondo posto in classifica inglese e, trasvolato l’oceano, il quarto in quella americana. Nel 1975 Ken Russell ne ricavò un film con protagonista Roger Daltrey, riccioluto cantante degli stessi Who.
Si ricordano in particolare del film la famosa interpretazione fatta da Elton John del campione di flipper Local Lad contro Tommy e quella di Tina Turner nella prostituta che usa l’LSD Acid Queen. Sul palcoscenico, a fianco di Daltrey, ci saranno musicisti di primo piano: Frank Simes (chitarra), Scott Deavours (batteria), Jon Button (basso), Loren Gold (tastiere) e ancora alla chitarra Simon Townshend, fratello del leggendario chitarrista degli Who Pete Townshend, autore dell’opera. Pretenziosa ma scorrevole, grazie alla struttura del quartetto chitarra-basso-batteria-voce anche essenziale, con momenti di grande impatto emotivo. La narrazione è piuttosto frammentaria, l’ispirazione non corre troppo dietro alla logica, ma la qualità delle songs è elevata e esse sopravvivono alla struttura un pò approssimativa del racconto. Il successo di critica e pubblico fu immediato e senza riserve, la rock opera si inserì nel contesto di un genere che prendeva forma in quel periodo segnato dalla pubblicazione di Arthur dei Kinks, e trovando poi le massime espressioni artistiche nell’altra creatura degli Who Quadrophenia (1973) e nel capolavoro dei Pink Floyd The Wall (1979).