Giovedì 16 marzo, alle 21.5, in scena “L’uomo più crudele del mondo”. Un giovane giornalista intervista un mercante di armi, con finale inatteso
MONTEPULCIANO. Il volto celeberrimo di Lino Guanciale interpreta un mercante d’armi senza scrupoli; a intervistarlo viene inviato un giovane giornalista, ruolo affidato a Francesco Montanari. Due protagonisti della nuova generazione di attori saranno quindi al Teatro Poliziano giovedì 16 marzo con “L’uomo più crudele del mondo” (ore 21.15).
A Montepulciano, la stagione di prosa registra ancora il tutto esaurito per lo spettacolo scritto e diretto da Davide Sacco. Spicca in questo caso la popolarità di Lino Guanciale, noto al pubblico televisivo nelle vesti del commissario Ricciardi, attivo al cinema con 23 film che gli hanno consentito di lavorare con registi quali Woody Allen e Paolo Genovese, nonché autore del recente romanzo illustrato “Inchiostro”. Altrettanto affermato è il co-protagonista Francesco Montanari, indimenticato Libanese in “Romanzo Criminale”, già premiato ai Nastri d’Argento, alla mostra del cinema di Venezia e a Cannes.
Ambientata in una stanza spoglia di un capannone abbandonato, la vicenda si incentra su Paolo Veres, proprietario della fabbrica d’armi più importante d’Europa e considerato per ciò l’uomo più crudele del mondo (è Lino Guanciale). Seduto di fronte a lui c’è il giovane cronista di una testata locale (Francesco Montanari) che è stato scelto per intervistarlo. Il colloquio si fa presto imprevedibile: si susseguono dialoghi serrati che lasciano emergere i caratteri dei due personaggi, il loro passato, i loro atteggiamenti. In un confronto incalzante, le due figure si interrogano sul senso della giustizia e sul significato più profondo della parola umanità. Mentre si svelano le rispettive personalità, si confondono sempre più vittima e carnefice, fino a un epilogo che ribalterà ogni prospettiva. Il pubblico è costantemente destabilizzato, perde le proprie certezze, coinvolto com’è in un’esperienza che mette in discussione il limite tra una brava persona e una bestia. La feccia di cui parlano i protagonisti non è visibile nella scena, fatta essenzialmente di luci fredde e asettiche, ma affiora gradualmente, verso un finale che interroga gli spettatori sulla natura del genere umano.
È invece in agenda per domenica 26 marzo 2023 lo spettacolo che completa del cartellone presentato dal Teatro Poliziano: l’atto conclusivo annovera un altro nome altisonante, quello di Andrea Pennacchi, capace di imporre la sua narrazione raffinata e umoristica anche nella tv generalista; “Mio padre – appunti sulla guerra civile” è il titolo di una pièce che racconta con leggerezza la Resistenza, cercando negli avvenimenti storici, i necessari suggerimenti per l’attualità.