POGGIBONSI. Al festival “Le parole, I giorni” si torna a parlare di linguaggio della scienza, ma da un’angolazione diversa: quella della dissimulazione. E’ infatti, sul tema de “Gli inganni della scienza” che si sono confrontati Armando Massarenti, Antonio Pascale, Gaya Raineri durante la tavola rotonda moderata da Fulvio Paloscia, nell’ultima giornata della rassegna in corso al Teatro Politeama di Poggibonsi (SI) e promossa dal Comune di Poggibonsi con il contributo della Fondazione Monte dei Paschi di Siena attraverso Vernice Progetti Culturali.
"Uno degli inganni da cui dobbiamo guardarci è proprio il pensare che esista un assoluto della verità nella scienza – ha detto Armando Massarenti -. La scienza non ci dà una visione definitiva del mondo. Galileo e Cartesio hanno fatto molti errori tra i quali però alcuni concetti e teorie restano inconfutabili. E’ paradossale che gli attacchi alla scienza ultimamente provengano non solo dal sapere religioso, ma anche ad esempio dai sociologi della scienza che usano l’arma della decostruzione. Smontano una serie di verità per far vedere come ci sia sotto un interesse sociale, economico ecc, generando un clima relativista in cui sembra che non esistano fatti ma solo interpretazioni. Eppure anche questo è un inganno, e cioè smascheriamo gli inganni della scienza ma il rischio è che non ci rimanga nessuna nozione di oggettività, per quanto parziale e fallibile".
Secondo Antonio Pascale: "Nell’ottica dello scrittore, dal punto di vista narrativo, in mancanza di un buon secondo atto vengono fuori le parole facili.Il secondo atto rispetto al primo in cui si dichiarano le proprie intenzioni e il terzo in cui c’è la risoluzione del conflitto, è il momento della ri-misurazione. Chissà se per i divulgatori scientifici è lo stesso, chissà se i commentatori che parlano di scienza fanno i conti con le proprie affermazioni, perché è proprio nel secondo atto mancante che proliferano le mistificazioni, le parole magiche".
Per Gaya Rainieri, autrice del libro Pulce non c’è, "Tra gli inganni della scienza, rientrano anche le false terapie dell’autismo e dell’omosessualità hanno in comune il presupposto di partenza sbagliato: quello della cura. Si parte cioè dalla convinzione errata che siano delle malattie, quando invece ad indurci a pensarlo è un semplice pregiudizio".
Questo non è però l’unico momento del festival che i direttori artistici Stefano Bartezzaghi e Maria Perosino, hanno voluto dedicare al mondo della scienza. L’appuntamento con la tavola rotonda è anticipato, infatti, da un incontro a cura di Zanichelli sul tema “OGM e parole(modificate)” in cui Dario Bressanini e Antonio Pascale hanno riportato parole chiave come ”sterilità", “pesticida”, “manipolazione”, “multinazionali”, “naturale”, “contaminazione” – utilizzate frequentemente nel dibattito pubblico sugli OGM – nel loro giusto alveo.
"Il dibattito sugli OGM è caratterizzato da falsi miti, da chimere genetiche come la fragola-pesce, che non esiste nella realtà, è una leggenda urbana, un termine che vuole scatenare delle emozioni – ha spiegato Dario Bressanini – agli OGM è sempre associato un linguaggio specifico che vuole orientare l’opinione pubblica. I termini “manipolazione”, “contaminazione”, “sterilità” vogliono suggerire un’immagine negativa degli OGM come qualcosa di innaturale o peggio che fa male. Ma quello che non emerge mai è la convenienza delle multinazionali della distribuzione alimentare che demonizzando gli OGM, fanno pagare molto di più tutto quello che definiscono OGM free".
"Nella creazione delle opinioni, gli intellettuali hanno una responsabilità, perché da loro ci sia aspetta che siano capaci di riconoscere i linguaggi fuorvianti e andare alle fonti>> ha spiegato Antonio Pascale <<Ma come si comportano in Italia gli opinion maker? Come fossero rapiti di un sapere nostalgico, rievocano un passato ideale e naturale, che si presume erroneamente che sia incorrotto. Può un intellettuale offendere il presente e i suoi strumenti – le nuove tecnologie? Può considerare ogni passo in avanti una caduta? Secondo me no, è un peccato grave come quello di favorire opinioni imprecise nelle persone attraverso suggestioni allarmizzanti".
"Uno degli inganni da cui dobbiamo guardarci è proprio il pensare che esista un assoluto della verità nella scienza – ha detto Armando Massarenti -. La scienza non ci dà una visione definitiva del mondo. Galileo e Cartesio hanno fatto molti errori tra i quali però alcuni concetti e teorie restano inconfutabili. E’ paradossale che gli attacchi alla scienza ultimamente provengano non solo dal sapere religioso, ma anche ad esempio dai sociologi della scienza che usano l’arma della decostruzione. Smontano una serie di verità per far vedere come ci sia sotto un interesse sociale, economico ecc, generando un clima relativista in cui sembra che non esistano fatti ma solo interpretazioni. Eppure anche questo è un inganno, e cioè smascheriamo gli inganni della scienza ma il rischio è che non ci rimanga nessuna nozione di oggettività, per quanto parziale e fallibile".
Secondo Antonio Pascale: "Nell’ottica dello scrittore, dal punto di vista narrativo, in mancanza di un buon secondo atto vengono fuori le parole facili.Il secondo atto rispetto al primo in cui si dichiarano le proprie intenzioni e il terzo in cui c’è la risoluzione del conflitto, è il momento della ri-misurazione. Chissà se per i divulgatori scientifici è lo stesso, chissà se i commentatori che parlano di scienza fanno i conti con le proprie affermazioni, perché è proprio nel secondo atto mancante che proliferano le mistificazioni, le parole magiche".
Per Gaya Rainieri, autrice del libro Pulce non c’è, "Tra gli inganni della scienza, rientrano anche le false terapie dell’autismo e dell’omosessualità hanno in comune il presupposto di partenza sbagliato: quello della cura. Si parte cioè dalla convinzione errata che siano delle malattie, quando invece ad indurci a pensarlo è un semplice pregiudizio".
Questo non è però l’unico momento del festival che i direttori artistici Stefano Bartezzaghi e Maria Perosino, hanno voluto dedicare al mondo della scienza. L’appuntamento con la tavola rotonda è anticipato, infatti, da un incontro a cura di Zanichelli sul tema “OGM e parole(modificate)” in cui Dario Bressanini e Antonio Pascale hanno riportato parole chiave come ”sterilità", “pesticida”, “manipolazione”, “multinazionali”, “naturale”, “contaminazione” – utilizzate frequentemente nel dibattito pubblico sugli OGM – nel loro giusto alveo.
"Il dibattito sugli OGM è caratterizzato da falsi miti, da chimere genetiche come la fragola-pesce, che non esiste nella realtà, è una leggenda urbana, un termine che vuole scatenare delle emozioni – ha spiegato Dario Bressanini – agli OGM è sempre associato un linguaggio specifico che vuole orientare l’opinione pubblica. I termini “manipolazione”, “contaminazione”, “sterilità” vogliono suggerire un’immagine negativa degli OGM come qualcosa di innaturale o peggio che fa male. Ma quello che non emerge mai è la convenienza delle multinazionali della distribuzione alimentare che demonizzando gli OGM, fanno pagare molto di più tutto quello che definiscono OGM free".
"Nella creazione delle opinioni, gli intellettuali hanno una responsabilità, perché da loro ci sia aspetta che siano capaci di riconoscere i linguaggi fuorvianti e andare alle fonti>> ha spiegato Antonio Pascale <<Ma come si comportano in Italia gli opinion maker? Come fossero rapiti di un sapere nostalgico, rievocano un passato ideale e naturale, che si presume erroneamente che sia incorrotto. Può un intellettuale offendere il presente e i suoi strumenti – le nuove tecnologie? Può considerare ogni passo in avanti una caduta? Secondo me no, è un peccato grave come quello di favorire opinioni imprecise nelle persone attraverso suggestioni allarmizzanti".