L’appuntamento è in programma domenica 18 febbraio
SIENA. In Italia la percentuale di ebrei scampati alla Shoah fu alta, più dell’81%, nonostante gli arresti e le deportazioni delle autorità fasciste e naziste. Una ricerca, condotta per oltre nove anni dalla storica Liliana Picciotto e sfociata nel volume Salvarsi. Gli ebrei d’Italia sfuggiti alla Shoah 1943-1945 racconta le storie di chi è riuscito a salvarsi e di come lo ha fatto con una approfondita ricostruzione storiografica. Sarà proprio l’autrice domenica 18 febbraio alle 16 in Sinagoga a parlarne presentando il libro insieme a Lamberto Piperno Corcos, consigliere della Comunità ebraica e Ambra Cabibbe, dell’associazione Donne ebree d’Italia sezione di Siena.
Al contrario di quanto già descritto da Liliana Picciotto ne Il libro della memoria e in altri studi, il volume Salvarsi (Giulio Einaudi editore, 2017) nel presentare i risultati del progetto «Memoria della salvezza» del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) affronta il ‘rovescio della medaglia’. Nessuno in precedenza si era posto, in modo sistematico e scientifico, la domanda su chi fossero i salvi e come si fossero salvati. Molti i temi e le domande toccate dal libro: che cosa sapevano gli ebrei in Italia della Shoah che infuriava già nell’Europa nazista? E cosa ne sapeva la gente comune? Qual era il rischio per un cittadino che desse soccorso agli ebrei? Può questo soccorso definirsi resistenza civile? L’opera è anche un omaggio a quei capifamiglia che seppero usare preveggenza, coraggio e capacità di affrontare uno stato di emergenza permanente. Le domande cui il progetto del CDEC ha voluto dare risposta riguardano anche le circostanze esterne che hanno giocato in favore della salvezza: il caso, il periodo temporale, la geografia, il contesto sociale, la cerchia amicale, trovarsi in città o in campagna. Un insieme di contingenze che sono presenti nelle testimonianze orali raccolte da Picciotto nell’ultima sezione del volume e che restituiscono uno scenario vario di aiuti, di intraprendenza e di casualità senza il quale sarebbe stato difficile “salvarsi”.