Il progetto "In terre di Siena": le domande degli studenti a Tania Groppi e Simone Bezzini
SIENA. “Saremo cittadini europei quando smetteremo di essere solo consumatori, tutti noi sapremo dove sono Atene e Stoccolma e condivideremo idee e valori”. E’ un passo della “lettera di Thomas”, il testo elaborato da dieci ragazze e ragazzi senesi che hanno partecipato al laboratorio teatrale curato da La Lut nell’ambito dell’azione In terre d’Italia, giovani cittadini interpretano il loro tempo per il progetto Mens Sana sostenuto dalla Provincia. La lettera è stata recitata dall’attore UgoGiulio Lurini giovedì mattina prima della intervista doppia che i ragazzi dell’Istituto “Marconi” hanno fatto alla costituzionalista Tania Groppi, docente dell’Università di Siena, e al presidente della Provincia Simone Bezzini.
Il progetto è piaciuto molto ai ragazzi perché è un’occasione per esprimersi e confrontarsi attivamente sui temi della cittadinanza, dell’unità dell’Italia e della realtà senese. E quel testo in questi giorni viene letto e commentato durante la trasmissione radiofonica di Radio Siena “Ingresso libero”, dal lunedì al venerdì alle ore 17.
Cosa pensate dei ragazzi di oggi? Perché ci chiamano bamboccioni? Quando l’Italia sarà veramente unita? Queste alcune delle domande. Alle quali Groppi e Bezzini hanno risposto tenendosi alla larga dalla retorica consolatoria. I giovani sono una risorsa fondamentale del Paese, ha detto Bezzini, ma data la crisi economica rischiano di vivere peggio dei loro genitori. Sono veloci nelle tecnologie, sono intelligenti, ma non si concentrano tanto a lungo, però hanno tanta di quella energia che non può essere dispersa o mortificata, ha risposto Groppi. In questa Italia in cui il dieci per cento dei cittadini detiene il settanta per cento della ricchezza, ormai dovuta quasi tutta alla rendita finanziaria, secondo Bezzini, i ragazzi non trovano lavoro e se restano in casa dei genitori non è colpa loro. Devono organizzarsi e contestare questo modello economico, chiedere riforme radicali, una lotta efficace all’evasione, il risanamento economiche e misure che liberino risorse, e un welfare che non difenda solo chi già lavora, ma anche chi cerca occupazione.
Impegnatevi in politica, ha rincarato la professoressa Groppi, perché non ci siano più le condizioni economiche che condannano a restare bamboccioni. E poi imparate l’inglese, viaggiate e fate esperienze di vita all’estero. Quanto alle prospettive di unità nazionale, domanda purtroppo ancora attuale dopo 150 anni di stato nazionale, l’obiettivo si raggiungerà secondo Groppi quando verrà ridotto il dislivello economico: 32.000 euro il reddito medio annuo in Lombardia, 14.000 in Calabria. E per Bezzini l’unità nazionale è l’unica prospettiva per avere un futuro: se ci spezzettano saremo granellini indifesi in un mondo di giganti.
Il progetto è piaciuto molto ai ragazzi perché è un’occasione per esprimersi e confrontarsi attivamente sui temi della cittadinanza, dell’unità dell’Italia e della realtà senese. E quel testo in questi giorni viene letto e commentato durante la trasmissione radiofonica di Radio Siena “Ingresso libero”, dal lunedì al venerdì alle ore 17.
Cosa pensate dei ragazzi di oggi? Perché ci chiamano bamboccioni? Quando l’Italia sarà veramente unita? Queste alcune delle domande. Alle quali Groppi e Bezzini hanno risposto tenendosi alla larga dalla retorica consolatoria. I giovani sono una risorsa fondamentale del Paese, ha detto Bezzini, ma data la crisi economica rischiano di vivere peggio dei loro genitori. Sono veloci nelle tecnologie, sono intelligenti, ma non si concentrano tanto a lungo, però hanno tanta di quella energia che non può essere dispersa o mortificata, ha risposto Groppi. In questa Italia in cui il dieci per cento dei cittadini detiene il settanta per cento della ricchezza, ormai dovuta quasi tutta alla rendita finanziaria, secondo Bezzini, i ragazzi non trovano lavoro e se restano in casa dei genitori non è colpa loro. Devono organizzarsi e contestare questo modello economico, chiedere riforme radicali, una lotta efficace all’evasione, il risanamento economiche e misure che liberino risorse, e un welfare che non difenda solo chi già lavora, ma anche chi cerca occupazione.
Impegnatevi in politica, ha rincarato la professoressa Groppi, perché non ci siano più le condizioni economiche che condannano a restare bamboccioni. E poi imparate l’inglese, viaggiate e fate esperienze di vita all’estero. Quanto alle prospettive di unità nazionale, domanda purtroppo ancora attuale dopo 150 anni di stato nazionale, l’obiettivo si raggiungerà secondo Groppi quando verrà ridotto il dislivello economico: 32.000 euro il reddito medio annuo in Lombardia, 14.000 in Calabria. E per Bezzini l’unità nazionale è l’unica prospettiva per avere un futuro: se ci spezzettano saremo granellini indifesi in un mondo di giganti.