Wajda celebra la storia dell'uomo che da operaio divenne presidente
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di Paola Dei
Una splendida Rosaria Omaggio nei panni di Oriana Fallaci che intervista l’uomo della speranza, ovvero Lech Walesa, operaio elettricista divenuto in pochi anni e dopo molte battaglie, Nobel per la pace. Questa la trama del film di Andrzej Wajda, già Leone d’Oro e Premio Oscar che il 5 settembre 2013, nella Sala Grande del Palazzo del Cinema ha ricevuto anche un Premio speciale Parsol raffigurante il leone veneziano, simbolo della Mostra. Ma la sorpresa più grande, evento storico che si è unito a quello artistico, è stato vedere in Sala Lech Walesa iin carne ed ossa accompagnato dalla moglie Danuska, colei che lo ha sostenuto in anni di battaglie pacifiche ma senza alcun dubbio difficili, complesse e faticose.
Ci si chiede che mondo potremo avere oggi senza figure come quella di Lech, a cavallo fra l’ingenuità dell’infanzia, la presunzione di colui che sa di valere e l’incoscienza di chi crede in un sogno e lo porta avanti a dispetto di tutto e di tutti.
Venti minuti di applausi hanno accompagnato la fine della pellicola e i modi semplici ma decisi di Lech hanno risuonato ed echeggiato nella sala quando ha preso per mano il regista, degno di una menzione e meritatamente insignito di molti premi durante il corso della lunga carriera. Ancora lucido seppur ultranovantenne, è riuscito ad accendere gli animi di speranza, proprio come rcita il titolo del Film: Lech Walesa, l’uomo della speranza ed a farci sperare che quando si crede in qualcosa vale la pena di lottare e continuare a credere.