In programma "Le ultime sette parole di Cristo"
SARTEANO. Continuano gli appuntamenti di Le Vie del Teatro, il progetto di teatro contemporaneo che – grazie all’omonima associazione – da settembre sta sperimentando una nuova forma di coesione sociale ricreando in modo alternativo la passione per la cultura e per il teatro nei territori della Val d’Orcia e della Val di Chiana.
Dopo lo straordinario successo dello spettacolo inaugurale Conversation Pieces del regista e autore di cinema e teatro Marco Filiberti, animatore e direttore artistico di questa iniziativa nelle Terre di Siena, è la volta del secondo appuntamento che chiuderà la prima edizione della manifestazione. Le ultime sette parole di Cristo, testo scritto e interpretato da Giovanni Scifoni, andrà in scena il 31 ottobre, con replica l’1 novembre, a Sarteano nella chiesa della splendida e antica Abbazia di Spineto, la cui storia risale al 1085.
Lo spettacolo, che ha ottenuto un grande successo di pubblico tanto da diventare un piccolo “caso”, indaga il messaggio cristologico tra ironica leggerezza romanesca e profondità filosofiche e spirituali che affondano lontano le loro radici. Fede, ateismo, superstizione sono al centro dell’appassionato monologo, in cui un “cialtrone”, interpretato appunto da Scifoni, attraversa con ironia i temi e i personaggi della spiritualità, scanditi dalle sette frasi evangeliche, che per sette volte sospendono il tempo e l’aria. Un testo colto e ironico che prende spunto dall’antica tradizione in uso durante la liturgia del Venerdì Santo, quando – come narrato nel Vangelo – le vetrate della cattedrale di Cadice venivano oscurate per creare il buio, l’eclissi, il vescovo saliva all’ambone e proclamava una delle ultime frasi pronunciate da Gesù prima di morire, poi si prostrava davanti al crocifisso e i fedeli meditavano con lui mentre qualcuno suonava uno strumento.
In Le ultime sette parole di Cristo Scifoni incanta lo spettatore con storie, leggende, esperienze di vita e racconti, riuscendo a raccontare la grande mistica con delicatezza. La sua interpretazione appassionata, ironica e originale cattura lo spettatore al di là delle convinzioni personali, innescando la riflessione sulla nostra esistenza e sulla “gloria umana”. In scena accanto a Scifoni i musicisti Maurizio Picchiò e Stefano Carloncelli evocano le antiche sonorità della tradizione cristiana.