di Paola Dei
SIENA. In un mondo in cui abbondano le parole ed il chiacchiericcio quotidiano sommerge l’essenza più vera delle persone, un libro intitolato Frasi zitte sembra anacronistico ma ci permette almeno di prendere respiro, di fermarci a riflettere, di ascoltare la nostra anima.
Occorre una buona dose di coraggio per dare questo titolo ad una silloge di poesie. Coraggio che non é mancato a Marcello Lucci, scrittore nato ad Avezzano, trasferitosi a Siena da molti anni, che, con le Edizioni Bertoni, ha affidato alle pagine del libro intitolato appunto Frasi zitte, i suoi pensieri.
“Con frasi zitte intendo espressioni, in questo caso, di forma poetica, aventi un certo grado di chiarezza e significato, che descrivono emozioni e azioni che si presentano e si compiono in silenzio”. Ma Frasi zitte è anche il titolo di una delle poesie racchiuse nella raccolta, spiega l’autore, evidenziando come le poesie presentino due modalità diverse di scrittura.
Le più antiche sono state scritte quasi di getto, custodi di paesaggi dell’anima che raccontano l’intimità e ne divengono autobiografie interiori.
“Solo percependo il dramma della vita, si può senza dramma vivere. Solo percependo quel che manca all’amore, si vive e si ama. Solo stando solo fra tanti, si percepiscono gli altri”. La sincerità di Marcello stupisce, sorprende e viene illuminata dalla comprensione.
Le frasi che sembrano urlate e sussurrate allo stesso tempo, rivelano ispirazioni poetiche che generano la musicalità dei versi e i versi stessi divengono custodi di attimi di vita.
La naturalezza con la quale Marcello osserva se stesso, stupisce, sorprendere viene illuminata dalla comprensione. “Come mi emoziona vederti dormire, guance sollevate e viso chiaro, finalmente il sereno aleggiare, lasciata, abbandonata al sogno”.
Marcello storna ogni termine roboante e con autentica modestia ha il potere di toccare le corde della nostra anima e di essere sincero, arrabbiato,contemplativo, mentre attraversa attimi di sofferenza che scandisce fra i momenti forti della realtà, come tanti messaggi che veicolano stati d’animo e creano una sorta di dialogo con il lettore.
Dopo questa prima parte, Marcello usa una modalità diversa di scrittura ed entra in un altro momento della vita fondendo forma e contenuto e dando allo stile ed al tema, analogo livello di importanza. “Dai numeri all’infinito, il banale é un’illusione” e ancora: “Un’attenzione, una cura, preoccuparsi, un regalo, una gioia per gli occhi, prendersela, mostrare coraggio,un lasciar andare e pur occuparsi”.
Il pensiero si posa di volta in volta su una parte differente dell’interiorità che si fonde agli eventi della vita.
Marcello ha compreso che le persone buone, sincere, leali, sono spesso soggette a delusioni, Marcello ha compreso che c’è tanto da esplorare nel mondo interiore e che con un canto forte e sussurrato, chiunque ha la possibilità di ascoltare la propria anima. Anima non testa immersa nei giudizi, nei pregiudizi, nella mancanza di interiorità, ma semplicemente nel silenzio di una frase….zitta.
Marcello ha svolto il tirocinio presso la Caritas di Siena e ha seguito un corso triennale presso la Società dell’Ascolto. Le sue poesie hanno partecipato a premi regionali letterari e sono state lette in occasioni pubbliche e private, come ci tiene a precisare l’autore. Momenti di semplice condivisione che, con brevi effigi lapidarie si fanno portatrici di una coraggiosa ricerca della verità.