MONTEPULCIANO. Su Tong, lo scrittore cinese autore di Mogli e concubine, bestseller a cui si è ispirato Zhang Yimou per Lanterne Rosse ha presentato il 7 maggio a Roma l’edizione italiana della sua raccolta di racconti Vite di donne, leggendo brani dal volume e discutendone con la curatrice Maria Rita Masci.La stessa curatrice e la traduttrice del volume, Silvia Calamandrei, presenteranno il libro a Montepulciano, sabato (17 maggio), alle 17.30, presso il Palazzo del Capitano, dialogando con la docente di letteratura cinese Anna Di Toro.E’ il terzo evento del ciclo Made in China, organizzato dalla Biblioteca archivio Piero Calamandrei di Montepulciano, che ha già registrato notevole successo di pubblico con i volumi su Matteo Ricci e sulla Mafia cinese.Su Tong, nato nel 1963, vive tra Nanchino e Suzhou, la cittadina di cui è originario e in cui sono ambientate molte delle sue storie. Nella presentazione a Roma ha rievocato la sua infanzia ai tempi di ferro e di fuoco della Rivoluzione culturale, quando gli operai sparavano dalla fabbrica che sorgeva accanto alla sua abitazione e la madre lo nascondeva nella stanza sul retro per proteggerlo dalle pallottole vaganti.Di quel clima di violenza ci sono echi in alcuni dei suoi racconti, dedicati alle bande giovanili degli anni Settanta, che saranno pubblicati nel prossimo autunno sempre nella stile libero Einaudi.Vite di donne invece, appartiene al filone prediletto dei ritratti femminili, scritti tra il 1989 e il 1991 al quale però non vuole sentirsi limitato, confinato nell’etichetta di “esperto dell’animo femminile”. Il successo che gliene è derivato se lo spiega con la sua capacità di immaginazione e immedesimazione in personaggi di epoche e contesti non conosciuti personalmente: “è il piacere di inventare cose false che sembrano vere”, “è come costruire un miraggio ed invitare i passanti/lettori ad entrare nell’edificio immaginario”. I suoi sono “sogni ad occhi aperti”, come quello dedicato alla vita dell’imperatore; si ispira alle leggende e ai cantastorie ascoltati da bambino.
L’ultima fatica è stata la riscrittura di un mito, nell’ambito di un progetto lanciato da un editore inglese che invitava scrittori di vari paesi a rivistare miti della propria cultura. Su Tong ha scelto il mito di una donna che va in cerca del marito morto nella costruzione della Grande Muraglia e con il suo pianto fa crollare un pezzo della fortificazione. Ancora una figura femminile: basta una lacrima di donna a infrangere il muro del potere, una metafora della forza che si trova nell’estrema debolezza.