“Profumo di loto”, il libro presentato sabato 7 novembre a Palazzo
Patrizi dall'editore Fausto Tanzarella (PascalEditrice) e da Antonella
Prigioni (capo redattore 7 Gold Padova) è un romanzo, appunto, “che
profuma”. Dolore e gioia si compenetrano in questo romanzo breve, che vuol esprimere messaggi importanti e comuni a tutti; l'editore lo definisce
“Un libro pieno di svolte e sorprese, che si presta a diverse letture:
un romanzo sulla vita”.
L'autrice Laura Filippeschi, emozionata per la presentazione della sua
opera prima, ci parla del suo lavoro infatti come “un viaggio
all'interno della vita”, tra i suoi piaceri ed i suoi dolori: Vida, la
protagonista con un nome metaforico, ma abbastanza esplicito, vive gli
anni '70 descrivendone il clima di ribellione e di contrasti: in
questi anni difficili si snoderà una storia imprevedibile.
Le donne, presentate come libere e indipendenti, sono protagoniste nella
vicenda, protese in una funzione sociale ben precisa, se pur
circondate da uomini egoisti e pavidi.
Particolare e in controtendenza anche la scelta del codice di
scrittura gioioso che ricerca immagini quasi liriche, espressioni che
hanno la spontaneità del linguaggio di un neofita.
Accompagnato dal violino di Gabriele Centordi la presentazione si
svolge tra letture di brani e commenti, dibattiti e punte di
filosofia.
“Dopo questa prima esperienza” dice Laura, “voglio continuare a
scrivere. Ho in cantiere un'altra storia, ambientata negli anni '20
del secolo scorso… scrivere significa liberare il mio mondo
interiore, comunicando con gli altri…mi dà speranza. Mi piace anche
mettere in risalto i caratteri delle persone, le diverse reazioni agli
stimoli della vita…”
-durante la presentazione la lettura di Anime, una tua poesia, ti ha
particolarmente commosso. Ci sono degli spunti autobiografici in
quello che scrivi?
Credo che ogni opera di uno scrittore incarna l'anima dell'autore.
-La tua opera prima nasce a fianco della tua vita quotidiana: che
contatti ci sono, per esempio, con il tuo lavoro all'ospedale?
Nessun contatto, sono da sempre sensibile alla sofferenza umana.
-Durante la presentazione hai detto che ti piace leggere in modo
abbastanza onnivoro: da Zafòn agli autori russi. Quando è nato il tuo
rapporto con la lettura e con la scrittura?
Fin da piccola ho amato scrivere. Questo libro riassume il lavoro
degli anni passati.
-Esprimere un messaggio in forma letteraria è diventato, nell'epoca
dell'immagine, un mezzo difficoltoso, tuttavia hai scelto questa
strada. Come mai?
Penso che leggere è un'opportunità che apre il cuore e la mente della
gente, tutti noi oggi siamo alla ricerca di uno strumento che ci
faccia stare bene, e i libri sono un esempio concreto.
-Spiegaci il titolo del tuo libro…
Il fiore di loto è un bel fiore profumato, che nasce nella melma. Ciò
si può paragonare alla vita delle persone, le quali anime rimangono
pure, nonostante vengono sporcate nel corso della loro esistenza dalle
oscure avversità.
-Le donne nel tuo libro hanno un particolare taglio caratteriale,
nonché una connotazione forte, ben riconoscibile… perchè hai scelto
il genere femminile per avvicinarti al profumo del loto?
Le donne da sempre nella storia rappresentano la forza e il coraggio,
sono portatrici della speranza.
-Un messaggio a chi sta per aprire la copertina…
A chi avrà la fortuna di leggere questo auguro di immergersi nella
profondità della vita.