di Giulia Tacchetti
SIENA. Coraggiosa: questo è l’aggettivo che meglio connota Monica Guerritore. Le fiction di Sky e Prime l’hanno aiutata a realizzare da un punto di vista economico il suo teatro, ma il coraggio, oltre alla preparazione professionale, è alla base della sua decisione. Infatti pensare di riportare a teatro le persone durante la pandemia con un testo di Brecht, potrebbe sembrare un atteggiamento presuntuoso, da parte di chi, avendo frequentato come attrice il teatro di Strehler e quello di Lavia, ha la cultura, l’esperienza recitativa, la voce ed il movimento scenico, insomma la sicurezza che pochi attori/attrici oggi possono vantare.
Molti critici sono del parere che non tutto il pubblico sia disponibile ad apprezzare testi così impegnativi in tempi particolarmente cupi, in cui è più terapeutica un’allegra evasione.
Si pensi che Brecht mancava dal nostro palcoscenico da tanti anni; memorabile lo spettacolo di Milva che nel 1987 cantò Brecht nel contesto della 65° stagione di concerti “Micat in Vertice”.
Oggi non è stato così (la recensione si riferisce all’ultima replica). Anche se non tutto il teatro è stato riempito dal pubblico, i calorosi applausi finali hanno dimostrato l’apprezzamento delle persone presenti di tutte le età.
Noi siamo del parere che oggi più che mai sia i giovani che i meno giovani abbiano bisogno di testi formativi, impegnati su vari fronti: da quello civile-politico a quello poetico. Occorre, in mezzo alle rappresentazioni di evasione, riproporre questo tipo di teatro metaforico, perché solo ciò che racconta le pieghe più intime dell’animo umano, ci rende consapevoli delle maschere ringhianti che stiamo diventando.
Con Monica Guerritore non solo siamo tornati a gustare il Teatro, ma a riflettere su antiche tematiche, quella tra il Bene ed il Male (inevitabile il rimando a Il dottor Jekyll e mister Hyde) e sull’Amore “L’amore è impossibile, costa troppo”, usando un’espressione di Shen Te.
La storia si svolge in una Cina di fantasia, colpita dai conflitti etico-sociali simili a quelli provocati dalla crisi di oggi. La formula è quella della parabola-favola allegorica: alla ricerca di un’anima buona, tre dei la trovano nella prostituta Shen Te, che li ospita per una notte. Gli dei per questo atto di bontà la ripagano con una bella somma di denaro, con la raccomandazione di praticare sempre il bene. Shen Te cambia vita e apre una tabaccheria, ma ecco che su di lei piovono una miriade di parassiti, che si approfittano del suo animo generoso. Per difendersi si traveste da uomo, diventando il cugino Shui Ta, spietato nelle sue decisioni, ma compie un errore: nei panni di Shen Te si innamora di uno squattrinato pilota d’aerei, che vuole i suoi soldi. E’ difficile scegliere tra il Bene ed il Male, soprattutto in un mondo in cui non c’è uno Stato che faccia rispettare le regole. “Come è difficile essere cattivi”, esclama la protagonista, perché l’uomo è portato al bene, il male è contro natura, per sopravvivere è necessario zittire la bontà, ed indossare denti d’oro e ghigno brutale (così recita Shen Te, mentre si traveste da cugino cattivo).
Nell’epilogo di Brecht scaturiscono delle domande: deve cambiare l’uomo o il mondo va rifatto? Ci vogliono dei o nessun dio? Strehler chiude con Shen Te che chiede aiuto; la Guerritore (regista della rappresentazione) offre una possibilità: fa intervenire gli altri attori, che si stringono intorno alla donna che invoca aiuto, come a dire che “ce la possiamo fare se stiamo stretti l’uno all’altro”.
La regista si mantiene fedele nella sceneggiatura alla versione di Strehler del 1981, toglie solo le canzoni per problemi di tempo (viene cantata solo Padam Padam Padam di Edith Piaf). Come attrice appare dolce, sensibile, umana. Quando indossa i panni del cugino cattivo, all’improvviso cambia voce (la voce maschile nasce dalla pancia) e cambia il movimento del corpo, con scene prevalentemente bianche (il fondale) e nere.
Gli altri attori Matteo Cirillo, Alessandro Di Somma, Enzo Gambino, Nicolò Giacalone, Francesco Godina, Diego Migeni, Lucilla Mininno appaiono ben amalgamati nelle varie scene, dando luogo ad una recitazione di buon livello ed in armonia con quella della protagonista, Monica Guerritore.