di Mario Ascheri
SIENA. C’è un limite alle dimenticanze. Già il silenzio sugli 800 anni del Breve di Montieri, il più antico testo statutario comunale conosciuto in volgare, non depone per una grande attenzione ai nostri tesori – tranne una segnalazione di Lino Calchetti sulla “Antiche Dogane”, salvo errore. Eppure è testo regolarmente segnalato come prezioso in qualunque storia, grande o piccola, della lingua italiana! E ha fatto parte dello Stato senese!
Tant’è: l’editoria minore o underground degli enti locali spesso rimane al palo, quello locale, senza circolazione. Rimangono evento politico più che culturale, perché media, università e dotte accademie o sonnecchiano o anch’esse devono dare la precedenza agli eventi che danno maggiore visibilità.
Così, mentre ci accaldiamo seguendo qualche cartello Francigeno alla ricerca di qualche evento per Cosimo e il Granducato, a volte entrambi presentati ingenuamente come alle origini della grandeur toscana, ci si dimentica di ricorrenze maggiori.
Montieri lo è per la lingua, ma c’è poi la questione Machiavelli. Com’è che il più famoso pensatore politico moderno che nel bene o nel male ha condizionato gli sviluppi del dibattito politico successivo in Europa (non nelle osterie toscane) è stato dimenticato?
Niccolò nasceva 550 anni fa, nel 1469. Difficile pensare che si sia voluto rispettare il sentimento religioso, visto che Machiavelli non fu tenero con la Chiesa. Ma chi sa ormai dell’interesse repressivo dell’Indice dei libri proibiti per lui?
Forse è solo un frutto del declino dello spazio della storia nei programmi scolastici? Eppure è anche un classico della letteratura italiana!
No, più ci si pensa e più rimane un mistero: forse era difficile commentare la sua ricorrenza? Certo Leonardo e Cosimo (forse) danno meno problemi nell’eloquio forbito.
E quindi Montieri e Machiavelli li ricordiamo noi: alle radici delle pratiche politiche comunali il primo, alla conclusione drammatica della storia comunale il secondo.
Tre secoli ricchissimi corrono il testo prezioso di Montieri e il capolavoro del Principe: di una lunga grandezza finita male a esser sinceri.
Forse è vero: era imbarazzante ricordarli!