Una prima assoluta attuale che affronta il tema della migrazione. Giovedì 12 luglio alle 22.00, uno spettacolo itinerante in collaborazione coi giovani rifugiati
SARTEANO. Inaugurazione straordinaria per la 43esima edizione del Cantiere Internazionale d’Arte, dedicata quest’anno al tema “Vita Morte Meraviglie” con 56 appuntamenti tra opera, teatro, danza, concerti sinfonici, musica da camera, performance ed eventi speciali. La rassegna ideata da Hans Werner Henze, diretta da Roland Böer con il coordinamento artistico di Giovanni Oliva, in programma dal 12 al 29 luglio tra Montepulciano e la Valdichiana senese si apre infatti per la prima volta al Castello di Sarteano il 12 luglio con una prima assoluta. Si tratta di “Nelle scarpe di Giufà”, spettacolo di teatro musicale firmato da Laura Fatini in coproduzione con la Nuova Accademia degli Arrischianti sul delicato argomento delle migrazioni (dal 12 al 15 e dal 18 al 21 luglio ore 22; 22 luglio ore 18).
“Nelle scarpe di Giufà” unisce storie popolari e questioni della migrazione in un itinerario che induce il pubblico a muoversi di palco in palco: una rappresentazione che mettere lo spettatore in viaggio, facendogli sperimentare la condizione del migrante e provare le sue scarpe. Lo spettacolo si inserisce nel The Giufà Project, progetto internazionale che coinvolge artisti di tutta Europa. Le musiche di scena, commissionate alla portoghese Sara Ross, saranno eseguite dall’Ensemble Giufà, costituito dall’incontro tra giovani elementi provenienti dal territorio della Valdichiana. I costumi sono realizzati dai rifugiati e richiedenti asilo legati a CruneLab, laboratorio multiculturale di formazione e lavoro di Chianciano Terme, in collaborazione con la Misericordia di Chiusi, per un messaggio esplicito e attuale: apertura invece di chiusura, collaborazione invece di respingimento.
Giufà è il nome siciliano di Nasr Eddin Hodja, filosofo che visse in Turchia nel XIII secolo e protagonista di molte storie tradizionali dell’Asia Minore. Con le migrazioni, i commerci e perfino le guerre, le vicende di Nasr Eddin Hodja hanno raggiunto i Balcani e l’Europa Occidentale, seguendo le rotte migratorie attraverso il Mediterraneo e per tutto il Medioriente. Questo personaggio ha cambiato molti nomi, diventando il protagonista di numerose avventure, prendendo in prestito elementi dai luoghi dove sono ambientate di volta in volta le sue storie e adattandosi alle differenti culture. Lo spettacolo parte dalla tradizione per arrivare alla contemporaneità, nell’epoca in cui nuovi Giufà solcano in mare in cerca di libertà.
“Sono 5 anni ormai che mi occupo di Giufà – dichiara la regista Laura Fatini –. Ho capito che raccontare le sue storie significa innanzitutto gettare un ponte verso coloro che le ascoltano: che siano bambini, uomini, donne, adulti o ragazzi che vengono dall’Africa, dopo mille peripezie. Tutti riconoscono questo personaggio semplice, saggio e ingenuo, come parte della propria tradizione. Queste storie varcano realmente i confini, perché non sono le stesse ovunque, ma si sono adattate ai posti che le ospitano. Non si può avere paura di chi racconta una storia che già conosci, di chi è cresciuto come te ma, soprattutto, non si avrà paura di chi varca i confini, per viaggiare o scappare, e lo fa senza portarsi niente dietro, come Giufà”.
Per ulteriori informazioni: www.fondazionecantiere.it