CHIUSI. La cittadina di Porsenna riscopre uno dei suoi figli più importanti, Graziano da Chiusi, attraverso un volume dedicato alla sua opera. La presentazione ufficiale è prevista sabato 20, alle 15.45, nella sala conferenze San Francesco. Sarà il momento migliore per focalizzare un’epoca, quella medievale, in cui Chiusi ancora primeggiava come una delle più importanti città italiane. Non a caso dava i natali a intellettuali e religiosi del calibro di Graziano, celebrato a Chiusi da un Centro studi a lui dedicato, che ha curato il volume con il supporto di Comune, Banca Valdichiana e della locale Diocesi. Il “magister” Gratianus è stato un monaco camaldolese italiano e giurista di diritto canonico del periodo medievale, precisamente del XII secolo, ricordato da Dante Alighieri nella Divina Commedia, al Canto X del Paradiso, con queste parole: «Quell'altro fiammeggiare esce del riso di Grazïan, che l'uno e l'altro foro aiutò sì che piace in paradiso».
A Graziano si deve il primo tentativo di conciliare le varie e apparenti contraddizioni che scaturivano ormai copiose dalle Sacre Scritture, grazie a varie opere come il “Sic et non” del filosofo Abelardo. Attingendo gran parte dalla Panormia di Ivo di Chartres e da altre collezioni che erano nate numerose nel periodo gregoriano, scrisse il famoso “Concordia discordantium canonum”, passato poi alla storia come Decretum Gratiani. Nell'ambiente bolognese attivissimo nel campo del diritto civilistico grazie all'opera di Irnerio e dei suoi seguaci, non passò troppo tempo che anche il diritto canonistico cominciò a riscuotere successo, anche se la maggior diffusione la ebbe in Francia e Germania grazie alle summae di Rolando e del francese Rufino, dando vita al fenomeno della decretistica. Il Decretum ebbe sempre e comunque importanza nella storia, anche se non fu mai riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa: perse tuttavia d'attualità già dopo il 1179, con il Concilio Lateranense III. La sua importanza e immediata (anche se breve) diffusione furono dovute al fatto che tale opera era formato sia da precetti normativi che da creazioni di dottrina (i dicta); nella didattica, il Decretum dà origine a una tradizione di glossatori specialisti (i Decretisti), attivi parallelamente a quelli impegnati nello studio del Diritto Romano, mentre nella pratica diventa il punto di riferimento per la prassi giudiziaria dei tribunali ecclesiastici.
A Graziano si deve il primo tentativo di conciliare le varie e apparenti contraddizioni che scaturivano ormai copiose dalle Sacre Scritture, grazie a varie opere come il “Sic et non” del filosofo Abelardo. Attingendo gran parte dalla Panormia di Ivo di Chartres e da altre collezioni che erano nate numerose nel periodo gregoriano, scrisse il famoso “Concordia discordantium canonum”, passato poi alla storia come Decretum Gratiani. Nell'ambiente bolognese attivissimo nel campo del diritto civilistico grazie all'opera di Irnerio e dei suoi seguaci, non passò troppo tempo che anche il diritto canonistico cominciò a riscuotere successo, anche se la maggior diffusione la ebbe in Francia e Germania grazie alle summae di Rolando e del francese Rufino, dando vita al fenomeno della decretistica. Il Decretum ebbe sempre e comunque importanza nella storia, anche se non fu mai riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa: perse tuttavia d'attualità già dopo il 1179, con il Concilio Lateranense III. La sua importanza e immediata (anche se breve) diffusione furono dovute al fatto che tale opera era formato sia da precetti normativi che da creazioni di dottrina (i dicta); nella didattica, il Decretum dà origine a una tradizione di glossatori specialisti (i Decretisti), attivi parallelamente a quelli impegnati nello studio del Diritto Romano, mentre nella pratica diventa il punto di riferimento per la prassi giudiziaria dei tribunali ecclesiastici.