SIENA. Giuseppe Pederiali, intervistato ieri, per l’appuntamento di Lunedilibri, da Gabriella Guaiti, ha raccontato al pubblico presente alla Libreria Becarelli il suo ultimo lavoro: La vergine napoletana (Garzanti edizioni).
Nel libro la storia di Corradino di Svevia, il pretendente al trono di Napoli, ucciso giovanissimo dagli angioini e che, dall’estro creativo dello scrittore, avrebbe lasciato un erede. Il figlio, generato con una bella ragazza popolana, proprio la notte prima della sua esecuzione, viene rintracciato da due cavalieri con la speranza di farlo riappropriare di un trono che la storia, però, non gli concederà.
La nascita di Corradino II ha origine – come ha detto Pederiali – <<da una leggenda napoletana alla quale ho dato corpo intrecciandola con le tante verità di questo periodo>>. Personaggi che hanno fatto la storia insieme ad altri di invenzione per raccontare vicende e trasportare il lettore dentro le pagine del Medioevo. Ma, anche, dentro una Napoli che emerge protagonista. E’ l'autentica anima partenopea di una città delle meraviglie, popolata da un'umanità variegata, fatta di mercanti e viandanti. Personaggi minori, pieni di passione, forti ideali, coraggio e bellezza, che riescono, insieme ai veri protagonisti, come lo sfortunato principe, a parlarci di amore e amicizia, ma anche di episodi cruenti come il massacro degli Ebrei alla Iodeca.
La vergine napoletana riesce a catturare il lettore non solo per i suoi validi riferimenti storici, abilmente dilatati dalla nascita di questo bambino diretto discendente del Barbarossa, ma, soprattutto, per il fatto che nel leggere il romanzo si trova la cronaca di un tempo. Un contesto urbano e i suoi abitanti. La vita quotidiana del popolo parallela agli intrighi politici delle corte. E’ per questo che l’attenzione non si ferma su un solo focus. Tanti i temi che emergono: dall'infanzia negata, al razzismo e all'antisemitismo. Quasi uno scoop, quest’ultimo, per riportare alla memoria la strage di ebrei perpetrata dagli Angioini. Forse il primo dramma antisemita dell’Europa di quel periodo.
Nel libro la storia di Corradino di Svevia, il pretendente al trono di Napoli, ucciso giovanissimo dagli angioini e che, dall’estro creativo dello scrittore, avrebbe lasciato un erede. Il figlio, generato con una bella ragazza popolana, proprio la notte prima della sua esecuzione, viene rintracciato da due cavalieri con la speranza di farlo riappropriare di un trono che la storia, però, non gli concederà.
La nascita di Corradino II ha origine – come ha detto Pederiali – <<da una leggenda napoletana alla quale ho dato corpo intrecciandola con le tante verità di questo periodo>>. Personaggi che hanno fatto la storia insieme ad altri di invenzione per raccontare vicende e trasportare il lettore dentro le pagine del Medioevo. Ma, anche, dentro una Napoli che emerge protagonista. E’ l'autentica anima partenopea di una città delle meraviglie, popolata da un'umanità variegata, fatta di mercanti e viandanti. Personaggi minori, pieni di passione, forti ideali, coraggio e bellezza, che riescono, insieme ai veri protagonisti, come lo sfortunato principe, a parlarci di amore e amicizia, ma anche di episodi cruenti come il massacro degli Ebrei alla Iodeca.
La vergine napoletana riesce a catturare il lettore non solo per i suoi validi riferimenti storici, abilmente dilatati dalla nascita di questo bambino diretto discendente del Barbarossa, ma, soprattutto, per il fatto che nel leggere il romanzo si trova la cronaca di un tempo. Un contesto urbano e i suoi abitanti. La vita quotidiana del popolo parallela agli intrighi politici delle corte. E’ per questo che l’attenzione non si ferma su un solo focus. Tanti i temi che emergono: dall'infanzia negata, al razzismo e all'antisemitismo. Quasi uno scoop, quest’ultimo, per riportare alla memoria la strage di ebrei perpetrata dagli Angioini. Forse il primo dramma antisemita dell’Europa di quel periodo.