CASTELNUOVO BERARDENGA. Secondo appuntamento serale per la Rassegna Libero Circuito a Castelnuovo Berardenga.
Venerdì (20 febbraio) alle ore 21,15 la compagnia MosaicoArte presenta un suggestivo spettacolo dai racconti di Luciana Bellini, "C'è una volta la Maremma". Nei testi della Bellini si segue la storia della riforma agraria nei territori grossetani, vista dagli occhi delle donne; vicende che possono essere ambientate anche nei territori chiantigiani.In scena tre cugine nel podere di famiglia impegnate a rievocare la storia degli avi che, nel raccontare, diventano i personaggi di cui parlano in un contesto suggestivo quanto magico.
Venerdì (20 febbraio) alle ore 21,15 la compagnia MosaicoArte presenta un suggestivo spettacolo dai racconti di Luciana Bellini, "C'è una volta la Maremma". Nei testi della Bellini si segue la storia della riforma agraria nei territori grossetani, vista dagli occhi delle donne; vicende che possono essere ambientate anche nei territori chiantigiani.In scena tre cugine nel podere di famiglia impegnate a rievocare la storia degli avi che, nel raccontare, diventano i personaggi di cui parlano in un contesto suggestivo quanto magico.
La regia del venezuelano Miguel Rosario inserisce, in un testo fortemente legato al territorio maremmano, elementi di quel realismo magico tipico della poetica sudamericana. "Lavorare con i racconti di Luciana Bellini – afferma una delle attrici – è come immergersi nella memoria della Maremma. Una memoria che non soltanto ci porta a immaginare un tempo che fu, ma che diventa viva nei personaggi e nei paesaggi che l'autrice riesce a farci vedere e quasi toccare, sentire, annusare…".
Il linguaggio utilizzato è molto semplice, il dialetto maremmano, ed è proprio tale semplicità che permette di far rivivere in scena questi racconti che diventano carne e ossa, voce, azione e materia nella "realtà" scenica del teatro. Come particolarità dello spettacolo, i personaggi cucinano una torta offerta al pubblico a fine rappresentazione.
Il linguaggio utilizzato è molto semplice, il dialetto maremmano, ed è proprio tale semplicità che permette di far rivivere in scena questi racconti che diventano carne e ossa, voce, azione e materia nella "realtà" scenica del teatro. Come particolarità dello spettacolo, i personaggi cucinano una torta offerta al pubblico a fine rappresentazione.