SIENA. (a. p.) La “Signora di Vertine” dipinta da Simone Martini che ha vissuto per sei secoli appesa nella chiesa di San Bartolomeo e che sotto il suo ampio mantello accoglie un variegato stuolo di notabili, clero e popolo del trecento, riveste il ruolo, per tutta la durata del Giubileo, di volto e manifesto delle celebrazioni nella Diocesi di Siena.
Durante l’apertura della porta santa al duomo, la sua effige campeggiava in vari manifesti dentro la cattedrale e dentro le altre chiese della
diocesi.
La “Madonna della Misericordia” rimase illesa dagli effetti del terribile cannoneggiamento tedesco su Vertine del 17 luglio 1944 (che
provocò la morte di cinque persone e il ferimento di altre 15) e dopo una controversia di anni sull’attribuzione dell’opera, venne portata in
deposito alla Pinacoteca di Siena nel 1971, dall’allora Soprintendente Enzo Carli, insieme al trittico di Bicci di Lorenzo. Un pezzo di Chianti
e di Vertine apre il suo mantello al proprio popolo e alla diocesi di Siena. Laicamente un’immensa opera d’arte.