Il duo De Sio-Haber racconta il bene ed il male nella vita degli uomini
di Giulia Tacchetti
SIENA. Chiude la rappresentazione un tango appassionato. Giuliana De Sio si muove con maestria e leggerezza (con buona pace della giuria di “Ballando con le Stelle”), abbandonandosi in maniera struggente tra le braccia del ballerino Samuele Fragiacomo. L’emozione e la commozione suscitano applausi scroscianti da parte del pubblico, ormai fortemente coinvolto nelle vicende dei personaggi. Ognuno di questi nasconde un passato tragico, mai dimenticato, e per sopravvivere si crea una nuova vita. Così Alfonsina/Nanà, interpretata da Giuliana De Sio, intensa nella sua forza e fragilità, buttata dal padre nella strada ancora bambina, vive una vita fatta di mistero, nessuno sa niente di lei. Ogni martedì puntualmente si reca alla pensione “Lisbona” per incontrare a pagamento uno gigolò, Bonamente Fanzago (Riccardo Festa), attore porno ormai dimenticato. Il proprietario della pensione, il signor Alfredo (Paolo Sassanelli), è un travestito di una certa età ormai affezionato a Bonamente, da quindici anni suo cliente, come ad un figlio e nasconde un segreto infamante, che se ritornasse alla luce, distruggerebbe l’esistenza di molte persone. All’improvviso irrompe nelle loro vite Pietro Maria Belli (Alessandro Haber), giornalista di cronaca nera, che sa del passato oscuro di Nanà, condannata per avere sterminato la sua famiglia, e di Alfredo (un uomo importante con cui aveva una relazione si è impiccato nella camera numero 6 della pensione) e li minaccia di scrivere un articolo che sconvolgerebbe nuovamente le loro vite, costringendoli a nascondersi e a fuggire. A sua volta anche il giornalista ha un segreto: è stato cliente di Nanà ed è innamorato di lei, ma, pur sapendo della sua innocenza (non è stata lei a sterminare la sua famiglia), non fa nulla per evitarle il carcere.
Massimo Carlotto, autore del testo, in una intervista afferma “I tre personaggi del romanzo rappresentano tre corpi amati, venduti, comprati e quotati sul mercato”, a cui corrispondono dialoghi ambigui, carichi di tensione, a volte ironici. Il regista Sepe parla di una commedia noir dai forti toni introspettivi. Indubbiamente il carattere dei personaggi è scavato a fondo: Alfredo rappresenta l’impossibilità di affermare il suo essere “altro”, Nanà la negazione dell’”oblio”. Non si può sfuggire al passato. Gli ultimi fatti di cronaca, il suicidio della signora che gestiva una pizzeria, ce lo conferma. Un errore ed i giornali uniti ai social ti sbranano come cani arrabbiati. Carlotto racconta vite spezzate, distrutte da eventi tragici e dal ricordo di essi. L’intenso monologo della De Sio, in cui Nanà svela il suo passato, scava così a fondo nei ricordi, che si percepisce con forza la difficoltà di affermare la propria innocenza. Umiliata dal passato, vorrebbe riscattarsi, una vita “normale”, ma ancora una volta interviene un uomo, Belli, che le toglierà l’ultima speranza. A questo punto è concesso solo morire.
Giuliana De Sio, incontrata brevemente, racconta la difficoltà di recitare i numerosi monologhi presenti nel testo, che avrebbero rallentato in maniera sensibile il ritmo della rappresentazione, e quindi la necessità di rivedere il testo, che l’ha vista impegnata in prima persona in questa fase della sceneggiatura, assieme al regista Sepe, assicurandosi il consenso di Carlotto, presente agli spettacoli.
Alla domanda “come si è trovata a Siena”, ha risposto con un mezzo sorriso e quegli occhi pungenti ed arguti – “Bene”. Conferma così il suo carattere riservato, che comunque l’ha aiutata ad uscire da situazioni televisive troppo provocanti.
Haber, a cui facciamo molti auguri per la sua salute, si conferma attore intenso, che non si concede ad inutili manierismi. E’ lui che provocherà il cambiamento: da commedia a giallo a tragedia. Lo apprezziamo anche come cantante, perché interpreta “La notte” di Adamo con una sua versione personale, che ci lascia piacevolmente impressionati in un mondo di cantanti, che sono convinti di “cantare”. Insomma un professionista nel vero senso della parola. Concludiamo: un cast d’eccezione, inclusi gli ottimi registri interpretativi di Sassanelli e Festa; una scenografia perfetta di Francesco Ghisu, accompagnata da una godibile colonna sonora, tra cui una canzone di Patty Pravo e una di Johnny Dorelli.