Bastardi senza gloria (Unglourious Basterds, USA, 2009) di Quentin Tarantino, con C. Waltz, B. Pitt, E.Roth, D.Kruger e M. Laurent.
di Claudio Coli
Nella Parigi occupata dai nazisti si incrociano le vicende di Shosanna (Laurent), giovane di origine ebrea la cui famiglia è stata sterminata dai tedeschi, e che ora gestisce un cinema, e del gruppo di soldati chiamati “Bastardi” e guidati dal tenente Aldo Raine (Pitt), il cui obiettivo è uccidere i nazisti asportando i loro scalpi. Quando i nazisti decidono di utilizzare il cinema di Shosanna per la prima privata di un loro superfilm nazionalista, i sentimenti di vendetta della ragazza si uniranno all’azione dei “Bastardi”, decisi a cogliere l’occasione di eliminare la cupola nazista. Tarantino, come sempre anche sceneggiatore, reinventa la storia e resuscita un vecchio film del 1977 di Enzo Castellari (Quel maledetto treno blindato) confermando la sua smodata passione per il cinema italiano di serie B.
Il regista di Pulp Fiction mescola sapientemente la solita dose di violenza narcisista, originalità e stile a un citazionismo dell’opera di Sergio Leone quanto mai esplicito (basti pensare alla scena iniziale, che ricalca quella di C’era una volta il west), di cui riprende ossessivamente i cliché cardine: primi piani, cura maniacale dei dialoghi e calcolata lentezza. Personaggi e situazioni come sempre memorabili, accompagnati dalle musiche morriconiane, per un divertimento comunque fine a se stesso: il cinema di Tarantino non ha l’ambizione di far riflettere o di scavare nel profondo, vuole solo divertire e sorprendere, la macchina filmica è ben congegnata e non delude. Un giocattolo ben confezionato, cui però manca la scintilla per farne il grande film. Di innegabile potenza la scena finale. I protagonisti del film originale compaiono in ruoli minori.