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di Giulia Tacchetti
La Libreria Piccolomini è stata oggetto negli ultimi tre anni da vari lavori di restauro, presentati al pubblico venerdì 23 ottobre: il restauro ligneo dei banconi e delle teche, quello lapideo del portale interno e dell’edicola soprastante, la pulitura ed il restauro del gruppo delle Tre Grazie, collocato al centro della Libreria. Nuova è l’illuminazione.
L’intervento dell’arcivescovo di Siena Augusto Paolo Lojudice induce a riflettere, perchè mette in evidenza una mancanza (di cui siamo ben consapevoli) nella vita del singolo uomo, ma anche dilagante nelle società: il tempo per Dio, la spinta ad aprire la mente ed il cuore. Certi luoghi producono un’emozione particolare e fanno ricordare qualche cosa di cui ci siamo dimenticati. E’ come quando ascoltiamo un brano musicale, che all’improvviso riporta alla mente un lontano passato.
Il Duomo, che accoglie la Libreria Piccolomini, costituisce un contesto di grande bellezza. Con il suo pavimento, le sue pitture e la spinta verso l’alto delle navate ci fa percepire che Dio c’è e il nostro sguardo va oltre ciò che si vede, oltre il quotidiano. Queste opere nascono dalla fede, continua il vescovo Lojudice, e la sensibilità degli artisti riesce a rendere visibile l’invisibile.
Seduti dentro la Libreria Piccolomini siamo avvolti dalle pitture del Pinturicchio, nate dalla collaborazione con Raffaello, dai grandi libri corali con le miniature in cui l’oro s’illumina, ma quello che ci rende diversamente consapevoli del messaggio dell’Arcivescovo è la nuova luce, frutto delle nuove tecnologie, ma capace di operare in modo armonico quella traduzione di cui parlavamo prima: l’invisibile in visibile.
La biblioteca, costruita per onorare la memoria di Papa Pio II e conservare il ricco patrimonio librario, che il pontefice umanista aveva raccolto, fu commissionata dal cardinale Francesco Tedeschini Piccolomini nel 1492. Gli affreschi sulle pareti, eseguiti con ricchezza di colori smaltati e inserti in pastiglia dorata, raffigurano dieci episodi della vita e del pontificato di Pio II.
Andrea Muzzi, soprintendente alla Archeologia-Belle Arti e Paesaggio di Siena-Grosseto-Arezzo, riferisce dell’uso di tecnologie avanzate per calibrare l’illuminazione rivolte alle opere d’arte, in questo caso per facilitare la naturalezza della visione delle pitture. Il progetto, nato dalla collaborazione con la ERCO (specialista per l’illuminazione dell’architettura), ha utilizzato apparecchi a led e un sistema domotico, che consente di variare la luce secondo la stagione. Obiettivo: restituire in maniera oggettiva lo spazio senza puntare su un particolare che poteva predominare sugli altri. Ora sono ben visibili i libri corali. Interessanti i due punti di vista: quello religioso e quello tecnologico. Dal visibile, le opere d’arte, all’invisibile, senso del divino; dall’invisibile al visibile per vivere una visione concreta delle cose. Noi viviamo in una civiltà di immagini, quindi tutto ciò che vediamo è dovuto ad una riflessione molto articolata, tradotta dall’abilità degli artisti. La nuova luce è un richiamo alle persone a godere della bellezza che è propria dell’Arte, che stimola la mente ed il cuore.
Concludiamo con il ciclo di eventi presentati dal Rettore dell’Opera Metropolitana, Guido Pratesi.
I lavori alla cittadinanza saranno illustrati da visite guidate gratuite il 31 ottobre e 28 novembre (solo su prenotazione); il 5 dicembre alle ore 11, all’interno della Libreria, presentazione degli atti del convegno organizzato dall’Accademia degli Intronati lo scorso febbraio, dal titolo La Grazia è Bellezza; convegno su Nicola Pisano a marzo; mostra del cardinale Casini con l’esposizione di due opere di Masaccio, una proveniente da Firenze ed una da Napoli; mostra sull’evoluzione urbanistica del Piano di Sante Marie.