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SIENA. “La Libia, il petrolio e le armi” è il titolo della lezione che il professor Giovanni Buccianti terrà domani, 8 maggio, alla Biblioteca Comunale degli Intronati.
Un argomento che Buccianti, già preside del Corso di Laurea in Scienze Politiche all’Università di Siena, conosce benissimo e che, sicuramente, agli studenti ai quali è rivolto servirà in maniera determinante per conoscere la storia passata e presente, ma, vista l’attualità della questione, anche al pubblico adulto che avrà l’occasione di ascoltare un grande intellettuale senese.
Un excursus storico e socio-politico per comprendere anche i rapporti italico-libici a partire dalla nostra esperienza coloniale in terra d’Africa. Buccianti nel tratteggiare i momenti più salienti che hanno interessato la Libia: dalla sua indipendenza a re Idris I; dal colpo di stato che nel 1969 porta al potere Gheddafi alla firma del Trattato di amicizia e cooperazione con l’allora premier Berlusconi nel 2008, fino alla sua morte per mano dei guerriglieri della rivoluzione che nel 2011 fecero cadere il suo regime, arriva a delineare l’attuale situazione dopo l’era del Mu’ammar. La guerra in un Paese costituito da oltre 140 tribù diverse fra loro che solo il modo di governare del Raìs era riuscito a tenere insieme ma che, alla sua morte, ha visto nascere non l’auspicata Primavera araba, bensì il regno del terrore dello Stato islamico. Ma la supremazia “armata” di Gheddafi girava intorno ad un bene prezioso: il petrolio che lui sapeva usare benissimo come potere politico e garanzia di pace.
Su questo e molto altro si soffermerà Buccianti per giungere alla guerra che sta vivendo oggi la Libia. Un bagno di sangue, da prefigurare come una vera e propria tragedia umanitaria, dal quale emergono in maniera chiara i fallimenti dei governi occidentali e della Nato; ne è un esempio la recente mancata risoluzione Onu.