MONTEPULCIANO. La 33° edizione del Cantiere Internazionale d'arte si apre con la prima italiana (dopo la prima assoluta in aprile al Teatro di Aachen che l’ha commissionata) de "Il Diario di Nijinsky", opera per due cantanti, due attori, due danzatori e strumenti di Detlev Glanert su libretto di Carolyn Sittig, basato sui Diari scritti dal grande danzatore, nel 1919, alle soglie della follia. La regia è di Chiara Villa, la direzione di Marco Angius alla testa di un gruppo formato da componenti di due dei migliori ensemble italiani specializzati nella musica contemporanea: Algoritmo di Roma e Dissonanzen di Napoli.
Musica, danza e teatro si fondono per raccontare la pazzia di Vaslav Nijinsky,
uno dei massimi esempi di virtuosismo nella danza di tutti i tempi. I suoi scritti, in cui racconta con precisione la sua schizofrenia, saranno in scena domani sera.
Nato tra il 1888 e il 1890, Nijinsky divenne famoso e adorato in tutto il mondo. Dopo breve tempo però iniziò a impazzire. All’inizio degli anni ’90 è stata pubblicata la prima versione non censurata del diario scritto in sole sei settimane, nel
1919. Queste pagine comprendono notizie che descrivono dettagliatamente la vita quotidiana dell’artista ma anche la sua percezione distorta e schizofrenica del mondo.
Glanert ha concepito una tipologia di teatro musicale che ha "come azione principale non il racconto di una storia, ma un monologo interno dove il testo è il corpo vivo
che prende forma sotto l’azione tattile della musica". "Durante la rappresentazione – spiega Glanert – i pensieri di Nijinsky si sviluppano in modo assolutamente non
lineare, anzi in vorticose spirali e frammentati segmenti che convergono in un ganglio che ha la complessità di un nodo di Gordio, stratificazione di immagini musicali che sempre più precipitano ricadendo su se stesse".