Il punto di partenza del volume è rintracciabile nella convinzione di Baudelaire di voler " glorificare il culto delle immagini"
SIENA. E’ stato presentato ieri sera (12 dicembre) nel Salone di Rocca Salimbeni il libro strenna di Banca Monte dei Paschi di Siena, La Folie Baudelaire dello scrittore Roberto Calasso.
Erano presenti il presidente di Banca Monte dei Paschi di Siena Giuseppe Mussari ed il direttore generale Antonio Vigni. Sono intervenuti, oltre all’autore, Marc Fumaroli de l’Académie Française e Giovanni Battista Bogliolo dell’Università di Urbino “Carlo Bo”.
Il libro La Folie Baudelaire, realizzato dalla casa Editrice Adelphi, si snoda attraverso un approfondito percorso ambientato nella Parigi dell’Ottocento. Il punto di partenza del volume è rintracciabile nella convinzione di Baudelaire di voler ” glorificare il culto delle immagini”. Con questa affermazione lo scrittore non parlava di arte ma di immagini in genere ed il suo culto si riferiva all’intero regno delle immagini, da quelle più umili, anonime e quotidiane alle più astratte e segrete. Ed, infatti, tutta la sua vita fu una instancabile esplorazione di quel regno: esplorazione che trova il suo compimento in questo pregiato libro.
Come già nel caso delle Nozze di Cadmo e Armonia, libro realizzato dalla Banca come strenna 2008, il progetto prevedeva che, anche l’aspetto fisico, il libro assecondi al meglio il gioco tra immagini e testo. La scelta del carattere, la qualità della stampa e la collocazione delle illustrazioni concorrono a realizzare un equilibrio eloquente fra parole e immagini, le quali ogni volta si riferiscono a un passo o dettaglio del testo.
L’obiettivo era, quindi, quello di un’opera del tutto a parte nel suo genere per accuratezza nei dettagli e classicità dei contenuti, che la renderà un oggetto prezioso e ricercato.
Banca Monte dei Paschi di Siena conferma così la sua vocazione di convinta sostenitrice della cultura ed essa stessa creatrice di opere che rimarranno, nel tempo, apprezzate per la loro unicità.
RECENSIONE DA BIBLIOTECA ADELPHI
“Al centro di questo libro si trova un sogno, l’unico che Baudelaire abbia raccontato. Entrare in quel sogno è immediato, uscirne difficile, se non attraversando un reticolo di storie, di rapporti e di risonanze che coinvolgono non solo Baudelaire ma ciò che lo circonda. Dove spiccano due pittori di cui Baudelaire scrisse con stupefacente acutezza: Ingres e Delacroix; e due altri che solo attraverso Baudelaire possono svelarsi: Degas e Manet. Secondo Sainte-Beuve, perfido e illuminato, Baudelaire si era costruito un “chiosco bizzarro, assai ornato, assai tormentato, civettuolo e misterioso”, che chiamò “la Folie Baudelaire” (folies era il nome settecentesco di certi padiglioni dedicati all’ozio e al piacere), situandolo sulla “punta estrema del Kamcatka romantico”. Ma in quel luogo desolato, in una terra ritenuta dai più inabitabile, non sarebbero mancati i visitatori. Anche i più opposti, da Rimbaud a Proust. Anzi, sarebbe diventato il crocevia inevitabile per ciò che apparve da allora sotto il nome di letteratura. Qui si racconta la storia, discontinua e frastagliata, di come “la Folie Baudelaire” venne a formarsi e di come altri si avventurassero a esplorare quelle regioni. Un storia fatta di storie che tendono a intrecciarsi, e per alcuni decenni ebbero come sfondo le stesse strade di Parigi.”