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di Paola Dei
SIENA. Al cinema Odeon di Siena l’ultimo film di Ferzan Özpetek La Dea Fortuna, cosceneggiato assieme a Gianni Romoli, collaudato collaboratore. Un ritorno alle origini quando con Le fate ignoranti affrontava i temi dell’amicizia e dell’omosessualità incassando consensi di critica e pubblico.
Con Stefano Accorsi, Edoardo Leo, Jasmine Trinca, Sara Ciocca, Edoardo Brandi, Barbara Alberti e Serra Yilmaz il film distribuito da Warner Bros Italia é già quinto in classifica al Box Office. Il titolo del film fa riferimento alla statua situata nel palazzo Colonna Barberini a Palestrina, dove lavora AnnaMaria, interpretata da Jasmine Trinca.
Un opera in cui emerge un’umanità spaurita e tormentata e un pieno di energia che raggiunge il top con un ballo sfrenato sotto la pioggia in una terrazza romana nei pressi della stazione Ostiense, fra i chiaroscuri di esistenze colorate che intrecciano la malattia, il dolore, l’amicizia e la diversità. Un universo poetico fatto di opposti che ha il pregio di permettere subito di riconoscere a chi appartiene la regia e con attori perfettamente nella parte.
Con una recitazione più raffinata e nei panni di un introverso intellettuale traduttore dei filosofi del 700 c’è Stefano Accorsi, mentre Eduardo Leo, che supera una prova attoriale intensa e impegnativa, interpreta un avvenente idraulico più pratico e apparentemente più incline ai tradimenti, salvo poi scoprire che il traditore vero é Arturo alias Accorsi, che da due anni ha una relazione clandestina che coltiva quando Alessandro alias Edoardo Leo, é in giro per lavoro.
Vivono insieme da 15 anni e si compensano a vicenda senza però avere il coraggio di affrontare un momento di stallo della relazione.
A portare un cambiamento nella routinaria quotidianità dei due irrompe Jasmine Trinca, madre di due figli avuti da uomini diversi e affetta da forti mal di testa, che richiedono un ricovero ospedaliero e approfondimenti clinici.
Anche lei é intensa nei panni di una moderna madre coraggio che intuisce a momenti di dover lasciare questa vita alternando a questo attimi di viscerale vitalità.
Sempre brava e credibile Serra Yilmaz, che sembra interpretare se stessa tanto é nella parte e altrettanto impeccabile Barbara Alberti nei panni della nobildonna madre di AnnaMaria, che ricorda tanto la strega di Biancaneve e tutte le streghe delle favole più note.
Splendidi anche i due bambini, Sara Ciocca, molisana di 11 anni, che dopo la rivelazione tv de Il miracolo di Niccolò Ammanniti, é già una star.
Il film sono loro, il gruppo di attori, che momento per momento dà corpo alle sensazioni costruendo fantastiche ed esilaranti gag assieme ad attimi drammatici che vengono stemperati dai due bambini, grazie ai quali Alessandro e Arturo riusciranno a ricucire la loro storia.
Nella colonna sonora sono presenti i brani Luna diamante interpretato da Mina e scritto da Ivano Fossati e il brano Che vita meravigliosa scritto e interpretato da Diodato. Sono presenti inoltre altri brani di Catalano, Isaac & Nora, Sezen Aksu.
A fronte di una prima parte godibilissima, nella seconda parte la sceneggiatura in certi momenti assume toni un po’ sdolcinati e viene aggiunto qualche stereotipo di troppo, come la nobildonna nelle sembianze della strega madre, con la figlia angelicata o l’unico uomo non omosessuale affetto da Alzheimer. Ma certo questo nulla toglie alla tecnica e al talento indiscutibile del regista turco-italiano che nel periodo natalizio ci ha regalato un opera dal sapore agrodolce che porta acqua al mulino della diversità e che, per associazione di idee, porta ai personaggi di uno dei capolavori di Charlie Chaplin, Luci della città, in cui un ricco signore riesce a cogliere l’essenza delle persone solo quando é ubriaco e una fioraia vede l’essenziale nelle persone molto di più quando é cieca che non dopo essersi fatta operare. Magie di film che hanno fatto la storia del cinema e che non perdono mai la capacità di stupire.