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GAIOLE IN CHIANTI. Nel cassero del castello di Brolio è visitabile la Collezione Ricasoli, che raccoglie pezzi unici e rari che raccontano la storia di questa famiglia di origine guerriera, che ha combattuto a fianco dei Medici e che poi ha dato un contributo fondamentale all’Unità d’Italia.
La Collezione Ricasoli è articolata in quattro sale tematiche finemente decorate in stile neogotico e accuratamente restaurate. Nella prima stanza è raccolta l’armeria di famiglia, e vi sono esposte le armi appartenute ai vari rappresentanti del casato che fondò il castello nel 1141 e che da allora lo ha sempre abitato senza soluzione di continuità. Questo di Brolio è l’unico caso nel nostro paese di armeria originaria di una dinastia italiana a eccezione di quelle regnanti (Farnese-Borbone, Savoia, Medici, Este). Le armi risalgono ai secoli che vanno dal Trecento all’Ottocento, e molti sono i pezzi rari e di elevato pregio, a cominciare da una coltella finemente decorata del Trecento che al momento attuale non ha confronti. Pezzo unico anche il bacinetto trecentesco, una sorta di casco che si portava sotto l’elmo per difendere la testa, mentre assai raro è il fucile in argento del Settecento firmato dai maestri Acquafresca di Bargi. Vi sono poi una serie di alabarde risalenti al Cinquecento e al Seicento, le balestre a pallottole, le armi venatorie e un rarissimo esempio di armamento difensivo da fanciullo composto da borgognotta (copricapo con visiera) e busto.
A partire dalla seconda stanza si entra nel regno di Bettino Ricasoli, il “barone di ferro” protagonista delle vicende del Risorgimento italiano e fondatore della moderna storia del vino Chianti Classico. In questa stanza sono raccolte le onorificenze ricevute da Bettino nel corso della sua carriera politica e in modo particolare durante i suoi due mandati da Primo Ministro del Regno d’Italia (1861-1862 e 1866-1867). Tra questi, il collare e la placca dell’Ordine della SS. Annunziata conferito dal re Vittorio Emanuele II a Bettino Ricasoli al momento della sua prima nomina a capo del Governo. Queste due onorificenze per altro si ritrovano nel ritratto del barone in veste di Primo Ministro appeso al muro e realizzato dal pittore A. Mazzoni. Nella stessa stanza anche una bella litografia con i festeggiamenti in piazza della Signoria a Firenze per il risultato del plebiscito del marzo 1860 che portò all’annessione della Toscana al Regno del Piemonte. Infine, vi si trova anche l’unica copia esistente del numero 0 – datato 17 luglio 1859 – del quotidiano fiorentino “La Nazione” fondato da Bettino Ricasoli e il cui primo numero uscì poi il 19 luglio.
Nella sala seguente, denominata “La stanza del re”, si trovano i ricordi della visita di Vittorio Emanuele II a Brolio nel 1863. Tra questi, il letto preparato appositamente per il re (che in realtà si trattenne al castello soltanto poche ore) e il celebre quadro di L. Norfini che ritrae appunto l’incontro tra Vittorio Emanuele II e Bettino Ricasoli nei pressi del castello. Assai interessanti anche i disegni con le vedute di Brolio e l’autoritratto seduto di Bettino, che dimostrano l’ecletticità del barone, uomo politico, scienziato e anche artista capace di utilizzare la matita con grazia e raffinatezza. La quarta e ultima stanza, infine, è dedicata alla “Ricerca e sperimentazione”, ossia agli esperimenti scientifici portati avanti da Bettino in campo agricolo e in modo particolare nel settore vitivinicolo. Il suo amore per la scienza si era manifestato fin dall’infanzia, quando cominciò a collezionare minerali, conchiglie e fossili nella sua casa fiorentina. Nella vetrina grande della sala si può ammirare una selezione della collezione, perché lo stesso Bettino ne donò la gran parte all’Accademia dei Fisiocritici di Siena, dove è ancora custodita. Di particolare interesse in questa quarta sala il microscopio orizzontale realizzato appositamente per Bettino Ricasoli dal modenese Giovambattista Amici, con la scatola originale in radica contenente gli accessori.
La Collezione Ricasoli è aperta al pubblico dal martedì alla domenica nei seguenti orari: 10.30 – 12.30; 14.00 – 17.30
La Collezione Ricasoli è articolata in quattro sale tematiche finemente decorate in stile neogotico e accuratamente restaurate. Nella prima stanza è raccolta l’armeria di famiglia, e vi sono esposte le armi appartenute ai vari rappresentanti del casato che fondò il castello nel 1141 e che da allora lo ha sempre abitato senza soluzione di continuità. Questo di Brolio è l’unico caso nel nostro paese di armeria originaria di una dinastia italiana a eccezione di quelle regnanti (Farnese-Borbone, Savoia, Medici, Este). Le armi risalgono ai secoli che vanno dal Trecento all’Ottocento, e molti sono i pezzi rari e di elevato pregio, a cominciare da una coltella finemente decorata del Trecento che al momento attuale non ha confronti. Pezzo unico anche il bacinetto trecentesco, una sorta di casco che si portava sotto l’elmo per difendere la testa, mentre assai raro è il fucile in argento del Settecento firmato dai maestri Acquafresca di Bargi. Vi sono poi una serie di alabarde risalenti al Cinquecento e al Seicento, le balestre a pallottole, le armi venatorie e un rarissimo esempio di armamento difensivo da fanciullo composto da borgognotta (copricapo con visiera) e busto.
A partire dalla seconda stanza si entra nel regno di Bettino Ricasoli, il “barone di ferro” protagonista delle vicende del Risorgimento italiano e fondatore della moderna storia del vino Chianti Classico. In questa stanza sono raccolte le onorificenze ricevute da Bettino nel corso della sua carriera politica e in modo particolare durante i suoi due mandati da Primo Ministro del Regno d’Italia (1861-1862 e 1866-1867). Tra questi, il collare e la placca dell’Ordine della SS. Annunziata conferito dal re Vittorio Emanuele II a Bettino Ricasoli al momento della sua prima nomina a capo del Governo. Queste due onorificenze per altro si ritrovano nel ritratto del barone in veste di Primo Ministro appeso al muro e realizzato dal pittore A. Mazzoni. Nella stessa stanza anche una bella litografia con i festeggiamenti in piazza della Signoria a Firenze per il risultato del plebiscito del marzo 1860 che portò all’annessione della Toscana al Regno del Piemonte. Infine, vi si trova anche l’unica copia esistente del numero 0 – datato 17 luglio 1859 – del quotidiano fiorentino “La Nazione” fondato da Bettino Ricasoli e il cui primo numero uscì poi il 19 luglio.
Nella sala seguente, denominata “La stanza del re”, si trovano i ricordi della visita di Vittorio Emanuele II a Brolio nel 1863. Tra questi, il letto preparato appositamente per il re (che in realtà si trattenne al castello soltanto poche ore) e il celebre quadro di L. Norfini che ritrae appunto l’incontro tra Vittorio Emanuele II e Bettino Ricasoli nei pressi del castello. Assai interessanti anche i disegni con le vedute di Brolio e l’autoritratto seduto di Bettino, che dimostrano l’ecletticità del barone, uomo politico, scienziato e anche artista capace di utilizzare la matita con grazia e raffinatezza. La quarta e ultima stanza, infine, è dedicata alla “Ricerca e sperimentazione”, ossia agli esperimenti scientifici portati avanti da Bettino in campo agricolo e in modo particolare nel settore vitivinicolo. Il suo amore per la scienza si era manifestato fin dall’infanzia, quando cominciò a collezionare minerali, conchiglie e fossili nella sua casa fiorentina. Nella vetrina grande della sala si può ammirare una selezione della collezione, perché lo stesso Bettino ne donò la gran parte all’Accademia dei Fisiocritici di Siena, dove è ancora custodita. Di particolare interesse in questa quarta sala il microscopio orizzontale realizzato appositamente per Bettino Ricasoli dal modenese Giovambattista Amici, con la scatola originale in radica contenente gli accessori.
La Collezione Ricasoli è aperta al pubblico dal martedì alla domenica nei seguenti orari: 10.30 – 12.30; 14.00 – 17.30