Un giallo ambientato a Siena col mito della perfezione
SIENA. È ambientata a Siena l’opera prima di Luigi Lo Cascio, attore che si era cimentato nella regia con opere teatrali, siciliano DOC, nella pellicola ha anche il ruolo di protagonista e co-sceneggiatore insieme a Massimo Gaudioso. Nel cast la madre Aida Burruano, lo zio Luigi Maria Burruano accanto a Roberto Herlitzka, Manuel Zicarelli, Alfonso Santagata, Massimo Foschi, Catrinel Marlon. Distribuito da Cinecittà Luce e prodotto da Angelo Barbagallo, il film presentato alla 69a Mostra d ‘Arte Cinematografica di Venezia esce nelle sale italiane l’11 aprile.
Il protagonista Michele Grassadonia, convinto ecologista impiegato in un ufficio senese per scelta dopo aver analizzato tutte le città italiane, sta portando avanti un esperimento nel suo appartamento nel tentativo di riuscire a vivere senza acqua e senza corrente elettrica. La città toscana, famosa nel mondo per la tradizione del Palio ed i colori delle contrade, gli è apparsa come “la città ideale” per sopravvivere senza tradire i principi ecologisti nei quali crede. Tutto sembra scorrere in piena tranquillità fin quando in una notte di pioggia viene convinto a prendere la macchina per accompagnare l’amante del “capo” ad una festa e da qui si snodano tutta una serie di avvenimenti kafkiani che lo vedono coinvolto nel ritrovamento di un uomo in fin di vita identificato come uno dei personaggi più in vista della città. Michele nel tentativo di ricostruire le vicende nel modo più irreprensibile si rivolge ad avvocati senesi che però non si dimostrano risolutivi e per ritrovare quella verità complessa e complicata dovrà tornare nella sua Sicilia ritrovando il suo accento e rivolgendosi ad un avvocato palermitano, meno perfetto, meno preciso, in mezzo al caos ed ai rumori di una città piena di smog ma che gli indicherà la via per uscire dalla situazione di empasse.
Una stupenda Aida Burruano, madre del neo-regista attore sia nella vita che nella pellicola, mette in luce il carattere delle madri di famiglia siciliane; concrete, di poche parole ma risolutive e inclini a gestire il potere nella maniera più semplice possibile e con una saggezza innata che già Ciprì aveva messo in evidenza nel Film “È stato il figlio” con una figura di nonna talmente densa di senso da poter essere collocata fra le pitture dell’espressionismo tedesco.
Fra scorci di una città architettonicamente stupenda, l’unica citata da Montaigne nel suo taccuino di viaggio intorno all’Europa, il regista mette a nudo il mito dell’eterno ritorno al suolo natío, nel suo caso, nella Sicilia e la riflessione su una città che forse era apparsa a Michele troppo perfetta in tutto per essere vera. Ben recitato anche il cameo di Luigi Maria Burruano, zio dell’attore e noto al grande pubblico per altre interpretazioni complesse.
Esilarante anche la figura dell’avvocato senese interpretato da Massimo Foschi, legale con la passione per la cucina che per svuotare la mente trova un insolito metodo; quello del lavapiatti in un ristorante del luogo. Idea geniale sviluppata molto bene da Lo Cascio.
La pellicola sembra volerci mettere a confronto con i temi dell’apparenza interrogandoci anche sul significato di perfezione. Accanto a questo tema quello della nostalgia per la terra natìa che, nonostante mostri difetti e mancanze, resta impressa dentro di noi come una immagine indelebile in qualunque luogo si trovi. Ben girato, con spunti interessanti, il film risulta gradevole ma non abbastanza coinvolgente, però, vista la capacità artistica dell’attore e le doti artistiche degli altri membri della famiglia, restiamo in attesa della prossima opera.