“Voi c’avrete il Palio, ma noi ci s’ha il mare”... e altre battute graffianti in uno spettacolo colmo di aneddoti spassosi
di Erica Nencini
SIENA. A distanza di appena un mese dall’uscita del suo ultimo album intitolato “Ciampi ve lo faccio vedere io”, il cantautore livornese Roberto Rondelli, in arte Bobo, torna a calcare i palchi delle città italiane per raccontare Pietro Ciampi, cantautore e suo concittadino.
Si è esibito al Teatro dei Rinnovati di Siena, proponendo uno show minimale, quasi scarno. Accompagnato dal pianista Fabio Marchioni e dal trombettista Filippo Ceccarini, Bobo, voce e chitarra, ha guidato il pubblico alla scoperta dei brani più significativi di Pietro Ciampi nonché della vita del “Poeta, Anarchico, Musicista”.
“Perché canto Ciampi? Beh, quando ero piccolo e avevo solo otto anni il mi’zio andò in Sardegna per lavorá e praticamente, quando tornò, mi comprò un disco. Nel disco c’era solo una canzone, di questo cantante sardo che cantava in italiano, e io ascoltavo solo questa canzone perché non avevo altri dischi. La canzone si intitolava “Gli ultimi tre minuti”, parla di un condannato a morte e io la imparai a memoria. E poi mi vengono a chiedere perché mi piacciono le canzoni tristi!”, racconta Bobo prima di farci sentire alcune strofe della canzone imitando l’accento sardo; poi continua a spiegare:” Il mi’ figliolo non sa di queste mie esperienze. Ora c’ha quattordici anni, qualche volta quando entro in camera sua chiude veloce il computer perché è su YouPorn, ma io non so preoccupato perché YouPorn non è il problema, so’ questi dischi il vero problema. Quindi perché Ciampi? Perché Ciampi in confronto a “Gli ultimi tre minuti” è una pacchia.”.
Sarcastico, talvolta dissacrante, caciarone, ma allo stesso tempo di poche parole, Bobo alterna la musica a brevi racconti sulla sua vita e le esperienze che ha vissuto. Non rinuncia al suo humor neanche quando parla della madre, recentemente scomparsa, né quando racconta dei sentimenti più strazianti dell’animo umano. E forse proprio in questo humor si cela la vera essenza di Bobo che sembra essere quel tipo di uomo che affronta i momenti più bui della vita ridendogli in faccia.
Eppure nella musica il suo essere scherzoso si trasforma o per meglio dire si acquieta. La sua è una “voce di porto”, a tratti rauca e a tratti fragorosa, che riesce a trasmettere all’ascoltatore quella particolare malinconia dell’uomo di mare, quel sentimento struggente –quasi ancestrale- che prova il marinaio guardando le onde. E forse proprio per questo riesce a interpretare Ciampi con così tanta bravura, entrambi figli di Livorno sono dannati dal mare, immagine ricorrente nelle canzoni dei due cantautori. Bobo, con la sua ironia provocatoria, lo fa notare:” Voi c’avrete anche il Palio, ma noi ci s’ha il mare”.
Tra una canzone, un bicchiere di vino e le varie caricature che si diverte a fare delle città toscane lo spettacolo vola veloce, in un’alternanza continua tra comicità e tristezza. Alla fine però una domanda rimane: oggi sul palco avremo visto il vero Bobo Rondelli o la caricatura che lui fa di sé stesso?
Noi eravamo curiosi di chiederglielo, ma siamo stati informati che Bobo non intendeva rilasciare interviste.
I dubbi su Bobo rimangono mentre non ne abbiamo alcuno sullo spettacolo: uno show di grande profondità e di immediato coinvolgimento, specialmente per un toscano.