di Patrizia Fazzi
AREZZO. Dopo il successo delle passate edizioni, l’Istituzione Museo Biblioteca Archivi Storici della Città di Sansepolcro propone la quarta edizione del ciclo di incontri "Ipotesi su Piero". L’obiettivo degli incontri, coordinati da Daniele Piccini, presidente dell’Istituzione, è portare al cospetto delle opere pierfrancescane studiosi, intellettuali, pensatori delle più diverse discipline per confrontarsi, ognuno nel proprio linguaggio, con i capolavori dell’artista biturgense e “appassionare la comunità degli ascoltatori” di fronte alla profondità di significato dell’opera di Piero, “caposaldo di una visione umanistica e di una vera e propria antropologia”. Sansepolcro, patria natale di Piero della Francesca, custodisce nel locale Museo Civico alcune delle sue opere più splendide, come La Resurrezione e La Madonna della Misericordia, mentre a pochi chilometri, nella vicina Monterchi, risplende La Madonna del Parto. Siamo nel cuore della cosiddetta ‘terra di Piero’ che si allunga verso Arezzo, dove Piero ha lasciato nella Chiesa di San Francesco un ciclo intero di pitture, la Cappella Bacci con la sua Leggenda della vera Croce, mentre la Cattedrale conserva l’opera che raffigura La Maddalena.
Oggi (12 ottobre), anniversario della morte dell’artista scomparso nel 1492 proprio il giorno della scoperta dell’America – il ciclo di incontri si apre a Sansepolcro alle ore 17 presso il teatro Inpdap, con la conferenza di monsignor Timothy Verdon, direttore dell’Ufficio Diocesano fiorentino per la Catechesi attraverso l’Arte, che parlerà di “Cristo nell’arte di Piero della Francesca”. Timothy Verdon insegna presso la Stanford University e presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale e ha dedicato numerose pubblicazioni all’arte sacra italiana ed europea. Nel 2010 ha curato la mostra “Gesù. Il corpo, il Volto nell’arte”, tenutasi presso le scuderie monumentali della reggia di Venaria Reale a Torino.
Venerdì 22 ottobre appuntamento nello stesso luogo, ma alle ore 21, con Giovanni Chiaramonte, fotografo di livello internazionale, Docente di Storia e Teoria della Fotografia presso la Libera Università di Lingue e Comunicazione di Milano. Chiaromonte parlerà dell’”Umana scena. Piero e la fotografia”. Infine il 30 ottobre, sempre al Teatro Inpdap, ore 21, sarà la volta di uno storico dell’arte, critico ed esperto di collezionismo, Giorgio Carminati, autore di una interessante monografia dedicata a Piero della Francesca (Electa, 2004) Carminati, responsabile delle pagine d’arte dell’inserto culturale “Domenica” del “Sole-24 ore”, concluderà il ciclo “Ipotesi su Piero” con “Piero in carrozza. Viaggi avventurosi per mare e per terra di alcuni capolavori di Piero della Francesca”.
Grandi nomi per un nome eccellente universalmente noto e apprezzato, un degno omaggio e un’iniziativa lodevole e doverosa che forse anche altre città legate strettamente all’arte di Piero dovrebbero prendere ad esempio: non è da tutti essere circondati da tanta e così grande bellezza artistica e occorre sentirlo come un vero e proprio ‘tesoro’ da custodire, elaborare, trasmettere alle nuove generazioni, anche perchè, come affermava Mario Luzi, (che, folgorato dalla “Resurrezione”, le dedicò un’intensa poesia) “noi siamo quello che ricordiamo”.
AREZZO. Dopo il successo delle passate edizioni, l’Istituzione Museo Biblioteca Archivi Storici della Città di Sansepolcro propone la quarta edizione del ciclo di incontri "Ipotesi su Piero". L’obiettivo degli incontri, coordinati da Daniele Piccini, presidente dell’Istituzione, è portare al cospetto delle opere pierfrancescane studiosi, intellettuali, pensatori delle più diverse discipline per confrontarsi, ognuno nel proprio linguaggio, con i capolavori dell’artista biturgense e “appassionare la comunità degli ascoltatori” di fronte alla profondità di significato dell’opera di Piero, “caposaldo di una visione umanistica e di una vera e propria antropologia”. Sansepolcro, patria natale di Piero della Francesca, custodisce nel locale Museo Civico alcune delle sue opere più splendide, come La Resurrezione e La Madonna della Misericordia, mentre a pochi chilometri, nella vicina Monterchi, risplende La Madonna del Parto. Siamo nel cuore della cosiddetta ‘terra di Piero’ che si allunga verso Arezzo, dove Piero ha lasciato nella Chiesa di San Francesco un ciclo intero di pitture, la Cappella Bacci con la sua Leggenda della vera Croce, mentre la Cattedrale conserva l’opera che raffigura La Maddalena.
Oggi (12 ottobre), anniversario della morte dell’artista scomparso nel 1492 proprio il giorno della scoperta dell’America – il ciclo di incontri si apre a Sansepolcro alle ore 17 presso il teatro Inpdap, con la conferenza di monsignor Timothy Verdon, direttore dell’Ufficio Diocesano fiorentino per la Catechesi attraverso l’Arte, che parlerà di “Cristo nell’arte di Piero della Francesca”. Timothy Verdon insegna presso la Stanford University e presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale e ha dedicato numerose pubblicazioni all’arte sacra italiana ed europea. Nel 2010 ha curato la mostra “Gesù. Il corpo, il Volto nell’arte”, tenutasi presso le scuderie monumentali della reggia di Venaria Reale a Torino.
Venerdì 22 ottobre appuntamento nello stesso luogo, ma alle ore 21, con Giovanni Chiaramonte, fotografo di livello internazionale, Docente di Storia e Teoria della Fotografia presso la Libera Università di Lingue e Comunicazione di Milano. Chiaromonte parlerà dell’”Umana scena. Piero e la fotografia”. Infine il 30 ottobre, sempre al Teatro Inpdap, ore 21, sarà la volta di uno storico dell’arte, critico ed esperto di collezionismo, Giorgio Carminati, autore di una interessante monografia dedicata a Piero della Francesca (Electa, 2004) Carminati, responsabile delle pagine d’arte dell’inserto culturale “Domenica” del “Sole-24 ore”, concluderà il ciclo “Ipotesi su Piero” con “Piero in carrozza. Viaggi avventurosi per mare e per terra di alcuni capolavori di Piero della Francesca”.
Grandi nomi per un nome eccellente universalmente noto e apprezzato, un degno omaggio e un’iniziativa lodevole e doverosa che forse anche altre città legate strettamente all’arte di Piero dovrebbero prendere ad esempio: non è da tutti essere circondati da tanta e così grande bellezza artistica e occorre sentirlo come un vero e proprio ‘tesoro’ da custodire, elaborare, trasmettere alle nuove generazioni, anche perchè, come affermava Mario Luzi, (che, folgorato dalla “Resurrezione”, le dedicò un’intensa poesia) “noi siamo quello che ricordiamo”.