Meno glamour e più film nell'edizione 2015
di Paola Dei
ROMA. Fra novità e cambi direzionali è iniziata a Roma il 16 ottobre la decima edizione del Festival del Cinema di Roma, che con la nuova Direzione artistica di Antonio Monda, è tornata ad essere Festa con meno glamour e più cinema. Se questo è un dato positivo per i cinefili doc, lo è meno per il pubblico che, sempre a caccia di autografi, ama anche le feste e gli autografi.
Film di apertura Truth-Verità del regista James Vanderbit, con le stupende interpretazioni di Robert Redford e Cate Blanchett nelle vesti di Mary Mapes, autrice del libro: Truth and Duty: The Press, The President And The Privilege Of Power. Una bella revisione di uno dei casi di cronaca più eclatanti della storia d’America riguardante George W. Bush e di come riuscì ad evitare il fronte del Vietnam grazie ad appoggi e raccomandazioni. La capacità di far sognare del cinema americano non si smentisce e l’inchiesta è coinvolgente e ben costruita, anche se con un pizzico di autoreferenzialità. Ma ben vengano film di questo tipo.
Fra i film da segnalare senza dubbio vanno inseriti Campo grande di Sandra Kogut, dedicato ai bambini e alle relazioni fra genitori e figli che ci apre a mondi esplorati con molta delicatezza dalla regista. Due bambini abbandonati che a loro volta incontrano una moglie ed una figlia a loro volta abbandonate e abbandonatrici. Motto belle le musiche, la fotografia, ed i primi piani sui volti di due bambini, fantastici attori che riescono ad essere se stessi pur nei panni degli altri.
Anche Room di Lenny Abrahamson, ispirato senza dubbio ad una storia di cronaca di qualche anno fa dove la sindrome di Stoccolma la fa da protagonista ed un bambino riesce a superare traumi enormi grazie alla capacità tipica dei bambini di sognare anche nei momenti più drammatici.
Grande sorpresa con il film: Lo chiamavano Jeg Robot di Gabriele Mainetti con Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli, un’opera di genere che ha incantato, divertito, stupito. Il regista ha sostenuto che avrebbe voluto rispondere a certi film americani ma all’italiana senza cadere in imitazioni che rendono inferiore la storia fin dall’inizio.
Il rimbalzo fra diversi generi é stato mixato in modo magistrale, gli ingredienti sono il potere, i media, il desiderio di fama, l’amore, che riescono in ogni fotogramma a suscitare l’emozione della scoperta ed a generare energie nuove e fresche fino alla fine eccitante e non scontata.Un film che esce dai soliti schemi e che si consiglia senz’altro di vedere nelle sale cinematografiche a marzo 2016.
Fra gli incontri promossi da Antonio Monda abbiamo avuto Jude Law e Joel Cohen con la moglie. Incantevoli e capaci di affascinare e coinvolgere.