Il sogno del Palio sarà presentato dall'Associazione Culturale Noi
/* Style Definitions */
table.MsoNormalTable
{mso-style-name:”Tabella normale”;
mso-tstyle-rowband-size:0;
mso-tstyle-colband-size:0;
mso-style-noshow:yes;
mso-style-priority:99;
mso-style-qformat:yes;
mso-style-parent:””;
mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt;
mso-para-margin:0cm;
mso-para-margin-bottom:.0001pt;
mso-pagination:widow-orphan;
font-size:11.0pt;
font-family:”Calibri”,”sans-serif”;
mso-ascii-font-family:Calibri;
mso-ascii-theme-font:minor-latin;
mso-fareast-font-family:”Times New Roman”;
mso-fareast-theme-font:minor-fareast;
mso-hansi-font-family:Calibri;
mso-hansi-theme-font:minor-latin;
mso-bidi-font-family:”Times New Roman”;
mso-bidi-theme-font:minor-bidi;}
SIENA. Con la pubblicazione del libro Il sogno del Palio (Betti editore), che sarà presentato, ad ingresso libero, il prossimo 9 agosto alle ore 18 nei locali della Contrada della Giraffa, l’Associazione culturale NOI Siena ricorda uno dei grandi personaggi a cui la città ha dato i natali: Bruno Tanganelli, in arte Tambus.
Ma anche “Tanga”, e “Bubi” per gli amici che hanno avuto la fortuna di conoscerlo meglio, come David Chiti (curatore insieme a Stefano Barsanti), che, nella sua prefazione, ricorda le motivazioni che lo hanno spinto a recuperare questo manoscritto degli anni ’50, per farlo conoscere a tutti coloro che hanno il desiderio di scoprire quella strana alchimia che rende il Palio di Siena unico nel mondo.
Tanganelli, nato nel 1922 e morto nel 1990, con un’infanzia tutt’altro che facile e una giovinezza provata dalla guerra e dalla prigionia è “l’uomo dei sogni”, come lo descrive Duccio Balestracci nell’introduzione, dove nel delineare l’uomo <<eccellente disegnatore, creativo, usa la serigrafia prima di Andy Warhol, scrittore di testi e ideatore del ‘Vernacolo Clubbe’>>, solletica i lettori nel comprendere l’eredità intellettuale di Tambus. Cosa ha lasciato a Siena e non solo. Ne Il sogno del Palio non c’è solo una fiaba da leggere ai bambini. C’è una storia che servirà, anche, agli adulti per riappropriarsi di una memoria che è, al tempo stesso, marca connotativa della senesità e del Palio; che ne racchiude l’essenza. Questo libro, come un piccolo sarcofago semantico, ma con intelligente semplicità, è in grado di rimandare l’attenzione sull’identità sociale e culturale di una città.
Una memoria, quella fermata nelle pagine da Bruno Tanganelli, oltre mezzo secolo fa, che non può cadere nell’oblio, proprio per la proiezione identitaria che Siena dovrebbe mantenere per il futuro costruendola nell’oggi, anche attraverso l’ancoraggio di opere, come quelle di Tambus, a testimonianza di una dialettica condivisa.
Il libro, patrocinato dal Comune di Siena, contiene bozzetti originali disegnati dall’autore e si avvale, per le annotazioni di carattere storico, artistico e di costume, del contributo di Roberto Cresti. Un prezioso apporto che arricchisce il testo, per circa 80 pagine, da leggere e rileggere. Quasi un libro nel libro, dove trovare aneddoti e interessanti notizie sulla Festa senese.