San Galgano e la cavalleria ideale
“Ho conosciuto San Galgano, la persona e il luogo, trent’anni fa, nell’estate del 1984 e ne sono rimasto profondamente affascinato – ci racconta Gerardo Lonardoni – Galgano è l’archetipo del ‘guerriero dello spirito’, che rinuncia alla battaglia esteriore per ingaggiare un confronto con la propria ‘Ombra’, la sua parte più oscura. Mentre migliaia di uomini partono per le Crociate, convinti di salvarsi l’anima uccidendo i propri simili, lui infigge la sua spada nella roccia, iniziando una battaglia contro se stesso […] La sua vita, caratterizzata da sogni iniziatici e dalla lotta contro entità oscure, è l’immagine di una ‘Cerca del Graal’ che continua a proporci stimoli per la nostra crescita personale e ad affascinarci a distanza di secoli.”
Ed è un’interpretazione del tutto nuova quella che troviamo in questo testo sia di Galgano che del suo sogno, del luogo che custodisce la spada e della sua missione. Una lettura che ripercorre la ricostruzione cattolica ortodossa, quella esoterica, quella che vede in lui addirittura il precursore della “Materia di Bretagna” e dell’epopea cavalleresca di Artù. Un testo in cui personaggi ed eventi dei romanzi della Tavola Rotonda sono posti a confronto con la vita di un cavaliere realmente vissuto nella stessa epoca in cui venivano scritti i racconti del Graal.