Accando ai quadri di Gian Ruggero Manzoni una installazione di Cecilia Rigacci
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RADICOFANI. Da oggi (26 Giugno) le opere pittoriche di Gian Ruggero Manzoni e l’installazione del pendolo di Focault di Cecilia Rigacci sono esposte alla fortezza di Radicofani. L’inaugurazione, avvenuta nella serata di sabato, ha visto la partecipazione di un grande pubblico. Assieme al sindaco Francesco Fabbrizzi e agli amministratori comunali, c’erano anche rappresentanti dell’Università e del Club Unesco di Siena. Manzoni (poeta e scrittore romagnolo, più volte presente alla Biennale di Venezia) si è ispirato a questo baluardo verso sud dell’antica Repubblica di Siena, nonché dominio temporaneo del “brigante-gentiluomo” Ghino di Tacco, per una mostra visibile fino a domenica 4 settembre (apertura dalle 10 alle 20, secondo l’orario del parco archeologico). La sua è una neofigurazione che va dall’Espressionismo tedesco alla Transavanguardia, fino al Graffito e al fumetto.
I quadri di Manzoni, della famiglia del celebre Alessandro e dell’artista di fama mondiale Piero Manzoni, come suggerisce il titolo “L’equilibrio del guerriero”, oltre a essere un omaggio a Radicofani e Siena, si rifanno a scene in cui una certa semplicità formale, tipica della pittura dell’artista (compagno di studi, al Dams di Bologna, di Andrea Pazienza). Questa si unisce a contenuti di ordine simbolico, al fine di indagare, spiritualmente, la figura del guerriero non tanto quale uomo di sangue e spada, ma quanto individuo che, raggiunta una sua armonia interiore, si pone, con coraggio, come un antico cavaliere, a disposizione della giustizia, dei più deboli e degli oppressi. Manzoni ci richiama a dei codici comportamentali di alto valore etico e sacro, ai quali tutti noi siamo chiamati al fine di contrastare le disuguaglianze, le volgarità, le contraddizioni, gli egoismi, gli individualismi di una società sempre più votata all’effimero, al potere finanziario, all’omologazione di stampo globalizzante, alla disparità fra i pochi ricchi o abbienti a discapito dei molti che, invece, ancora vivono o rischiano di tornare a vivere a livelli non certo umani e consoni al grado di civiltà che una parte del nostro pianeta ha raggiunto. Il guerriero, quindi, custode di ciò che tradizionalmente fu vanto di una certa nobiltà un tempo di sangue poi divenuta di animo, quella nobiltà che, qualora volessimo, apparterrebbe a tutti, perché non più di titolo quanto di cuore, anima, conoscenza, carità verso il nostro prossimo.
L’opera di Cecilia Rigacci nasce da una collaborazione con Sergio Valentini, docente di matematica e fisica al liceo scientifico Galileo Galilei di Siena. Quest’ultimo, insieme a Raffaele Miatto e Tommaso Addabbo, si è fatto promotore di iniziative volte allo scopo di diffondere la conoscenza scientifica. Questa installazione ha il merito di unire le conoscenze scientifiche (l’originario marchingegno con movimento circolare progettato dal Valentini e realizzato con il suo team) e del segno artistico (affidato all’artista Cecilia Rigacci) che ha arricchito il modello di una valenza estetica e filosofica.