Il film di Mira non crea grandi aspettative, ma funziona
di Paola Dei
SIENA. Pellicola di Eugenio Mira di sapore hitchcockiano, Il ricatto ci introduce dentro momenti di suspence, colori forti, attese, intrighi più o meno riusciti. Con Elijah Wood e John Cusack dal 20 marzo al cinema.
Tom Selznick, un talentuoso pianista che da cinque anni non sale sul palco a causa di una clamorosa figuraccia dovuta alla sua fobia da palcoscenico che gli fece interrompere l’esecuzione di un brano particolarmente difficile: La Cinquette, composta dal suo mentore e maestro. Per il suo ritorno sul palcoscenico è stato organizzato un concerto durante il quale il pianista scopre di essere sotto tiro da parte di un cecchino che con gli occhi ed un’arma puntata addosso lo costringerà ad eseguire nuovamente La Cinquette.
Mentre il cecchino lo costringe a suonare ciò che vuole lui, gli confessa che soltanto Tom potrà essere in grado di suonare il pezzo complicatissimo grazie al quale potrà essere recuperata la chiave di una cassetta di sicurezza in Svizzera, incastrata fra la struttura del pianoforte,Tom da parte sua teme di non farcela a causa della sua fobia ma la paura reale allontana quella immaginata e il protagonista riesce a tirare fuori una forza enorme e suonare con grande precisione i pezzi più complicati fra cui la famosa Cinquette.
Purtroppo ci saranno delle morti ma lentamente la fobia di Tom sparirà mentre apparirà nel finale la chiave con un duplice significato: quello reale e quello metaforico, la cassetta di sicurezza e l guarigione dal disturbo che lo bloccava da anni.
Un film che avvince se non si hanno aspettative troppo irrealistiche e che diventa appassionante con i suoi primi piani espressionisti, i colori, le scenografie e la paura immaginata materializzarsi nella canna di un fucile puntato addosso.