Il profumo di riscattoha un sapore irreale
di Paola Dei
SIENA. Quentin Tarantino presenta L’uomo con i pugni di ferro, opera prima di RZA con Russel Crowe, Lucy Liu ed un nutrito cast di attori. Un film di genere curatissimo nelle immagini, distribuito da Universal Pictures.
In un villaggio dell’antica Cina ed in una epoca non definita, un volenteroso fabbro per sopravvivere è costretto a fabbricare armi per i peggiori aspiranti al denaro ed al potere della zona con l’obiettivo di liberare la sua amata Lady Silk e portarla via dal bordello nel quale lavora. Una serie di circostanze si intrecciano quando arriva in cittá il mercenario inglese Knife e fra lotte intestine, vendette, agguati, tradimenti, si assiste ad una danza della guerra nel vero senso del termine dove anche le donne guerriere lottano per ristabilire gli equilibri. Corpi che volano, geishe dai corpi plastici, inquadrature dove sciabole, lame e coltelli lanciati in aria sembrano tagliare l’inquadratura fin quando si assiste alla determinazione di un popolo che cerca la pace, il riscatto e la convivenza pacifica. È paradossale ma poi nemmeno più di tanto, come per arrivare all’obiettivo della pace i personaggi debbano attraversare la guaerra, ma questo fa parte della migliore tradizione favolistica dove accade qualcosa che turba gli equilibri e che necessita di lotta per ristabilire l’atmosfera di armonia.
Kung Fu e potere del kj, duelli nella sala degli specchi, accanto al percorso di consapevolezza dello schiavo Thaddeus, il fabbro, danno alla pellicola il profumo di riscatto ma con un sapore irreale.
Tre personaggi positivi che vincono ogni ostacolo e riscattano tutto il male che è stato fatto ma non abbastanza densi di emozionalità.
Entusiasmo, effetti speciali, atteggiamento appassionato del regista verso i contenuti non sono sufficienti a trattare la tematica del film in maniera tale da interessare e coinvolgere emozionalmente lo spettatore.
Ricordiamo molti altri film di genere con la capacitá di coinvolgere maggiormente, a partire da I tre dell’operazione Drago per giungere a Seung-San Ryoo. Sono invece da apprezzare le scenografie, i colori, l’alternanza di chiari scuri e gli effetti Specili.
Un feuilleton che ci mostra un Russel Crowe appesantito ma ancora con la meravigliosa voce di Luca Ward che ci ricorda l’indimenticabile frase de Il gladiatore “Al mio via scatenate l’inferno”.