Riuscirà a rinnovare i fasti della celebre serie tv?

di Giulia Tacchetti
SIENA. “Happy Days” non è solo il titolo di una fortunata serie televisiva nata nel 1974 scritta da Garry Marshall, ma una molla che riporta ad un passato spensierato perché molti di noi allora erano ragazzi, adolescenti o giovani genitori, comunque incollati alla TV per vedere le brevi puntate, di 24 minuti, ambientate a Milwaukee, nell’anno 1959, in cui venivano raccontate le avventure della famiglia Cunningham, composta da papà Howard, da sua moglie Marion e dai figli Richie, nel telefilm interpretato dal futuro regista Ron Howard e “Sottiletta”. Gli altri personaggi sono gli amici dei figli: Ralph, Potsie, Chachi ed Arthur Fonzarelli, detto Fonzie, meccanico latin-lover, che diventa la star della serie per il suo modo di vestire, mai dimenticati il suo giubbotto di pelle ma anche il ciuffo impomatato e di camminare molleggiando il bacino. Nel musical Di Saverio Marconi Il cantante attore che impersona Fonzie è il bravo Riccardo Simone Berdini, classe 1983, già “Pinocchio” nel musical della Compagnia della Rancia.
Forte dell’esperienza di “Grease”, che ha aperto la strada al ritorno del musical in Italia, Saverio Marconi con “Happy Days” ha scelto un titolo sicuro, di forte richiamo per genitori, figli e forse anche nonni,sia perchè evoca un’età innocente ed ottimista, che appare migliore di quella di oggi, sia per la musica, quel leggendario rock’n roll degli anni 50 con “Rock round the clock” di Bill Haley a fare da colonna sonora. Il regista ha adeguato una produzione internazionale al nostro paese avvalendosi delle musiche di Paul Williams, con gli arrangiamenti di Jhon McDaniel e dei testi italiani di Franco Travaglio (tutte le canzoni sono state tradotte eccetto la celebre sigla). Forse non tanto la storia, infatti “Happy Days” non ne ha una vera e propria, o meglio ne ha tante quante sono le puntate della serie TV, ma i personaggi, Fonzie, Ricki (Luca Giacomelli), Howard (Giovanni Boni), sua moglie Marion (la brava Sabrina Marciano), Pinky (Floriana Monici), il bar di Alfred, le moto d’epoca, le gonne a ruota, i ragazzi col ciuffo ci procurano il piacere di ritrovare qualche cosa che si conosce e si ama. Riuscirà “Happy Days” a gareggiare con “Cats”, “La Bella e la Bestia”, “Flashdance”, “Mamma mia”, il musical degli Abba, “Grease”? Nel confronto gioca a sfavore la presenza di alcuni momenti in cui il musical rallenta, in quanto privilegia la vicenda non-vicenda, impedendo alla musica ed ai balli di trascinare il pubblico come invece accade quando viene cantata la celebre sigla della serie televisiva.
SIENA. “Happy Days” non è solo il titolo di una fortunata serie televisiva nata nel 1974 scritta da Garry Marshall, ma una molla che riporta ad un passato spensierato perché molti di noi allora erano ragazzi, adolescenti o giovani genitori, comunque incollati alla TV per vedere le brevi puntate, di 24 minuti, ambientate a Milwaukee, nell’anno 1959, in cui venivano raccontate le avventure della famiglia Cunningham, composta da papà Howard, da sua moglie Marion e dai figli Richie, nel telefilm interpretato dal futuro regista Ron Howard e “Sottiletta”. Gli altri personaggi sono gli amici dei figli: Ralph, Potsie, Chachi ed Arthur Fonzarelli, detto Fonzie, meccanico latin-lover, che diventa la star della serie per il suo modo di vestire, mai dimenticati il suo giubbotto di pelle ma anche il ciuffo impomatato e di camminare molleggiando il bacino. Nel musical Di Saverio Marconi Il cantante attore che impersona Fonzie è il bravo Riccardo Simone Berdini, classe 1983, già “Pinocchio” nel musical della Compagnia della Rancia.
Forte dell’esperienza di “Grease”, che ha aperto la strada al ritorno del musical in Italia, Saverio Marconi con “Happy Days” ha scelto un titolo sicuro, di forte richiamo per genitori, figli e forse anche nonni,sia perchè evoca un’età innocente ed ottimista, che appare migliore di quella di oggi, sia per la musica, quel leggendario rock’n roll degli anni 50 con “Rock round the clock” di Bill Haley a fare da colonna sonora. Il regista ha adeguato una produzione internazionale al nostro paese avvalendosi delle musiche di Paul Williams, con gli arrangiamenti di Jhon McDaniel e dei testi italiani di Franco Travaglio (tutte le canzoni sono state tradotte eccetto la celebre sigla). Forse non tanto la storia, infatti “Happy Days” non ne ha una vera e propria, o meglio ne ha tante quante sono le puntate della serie TV, ma i personaggi, Fonzie, Ricki (Luca Giacomelli), Howard (Giovanni Boni), sua moglie Marion (la brava Sabrina Marciano), Pinky (Floriana Monici), il bar di Alfred, le moto d’epoca, le gonne a ruota, i ragazzi col ciuffo ci procurano il piacere di ritrovare qualche cosa che si conosce e si ama. Riuscirà “Happy Days” a gareggiare con “Cats”, “La Bella e la Bestia”, “Flashdance”, “Mamma mia”, il musical degli Abba, “Grease”? Nel confronto gioca a sfavore la presenza di alcuni momenti in cui il musical rallenta, in quanto privilegia la vicenda non-vicenda, impedendo alla musica ed ai balli di trascinare il pubblico come invece accade quando viene cantata la celebre sigla della serie televisiva.