Giovanni vive sulla frontiera, è un borderliner, un esempio di confronto sul difficile rapporto tra tempo ed eternità, tra identità e alterità, tra i precetti cattolici e la laica affermazione della ragione e delle concezioni di amore, passione, seduzione, sessualità e libertà.
Il testo nasce dalla voglia di raccontare cosa c'è del mito di Don Giovanni in ognuno di noi.
“Giovanni – spiega la regista – è la metafora di una “possibilità” in caduta libera. È voler far compiere i nostri desideri in un tempo e in un luogo sbagliato. È essere “avanti” ma essere circondati da un presente troppo indietro.”
I vari personaggi messi in scena da un unico attore, portano sul palco proprio questa idea di caduta: pochi oggetti, una scenografia spoglia ma raffinata, movimenti e musiche. Gianluca Di Lauro e Marcela Serli riescono soprattutto a trasmettere la frenesia di un personaggio che non può star fermo, mai. Perché l’immobilità è morte. Giovanni desidera, conquista e abbandona, secondo il più noto degli schemi. Ma è la morte che vorrebbe sedurre. Non potendo, moltiplica il suo corpo nelle altre, affinché in loro qualcosa di sé rimanga ancora vivo.
La rassegna negli spazi della Corte dei Miracoli è organizzata con il contributo del Comune di Siena e della Fondazione Banca Monteriggioni.
Per informazioni e prenotazioni: 057748596 ; <uffstampa@lacortedeimiracoli.org
Biglietti: 8 intero, 5 ridotto studenti, 4 ridotto soci Corte dei Miracoli e Fondazione Banca Monteriggioni